OLTRE LA LIVREA

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In una società dove il look ha sempre più importanza, in questa settimana M-Sport e Toyota hanno presentato vetture e piloti rispettivamente ai saloni di Birmingham e Tokyo, le livree sono quelle capaci di strappare un commento in prima battuta, ma andando oltre si possono già tirare delle somme su cosa è successo in questi mesi a cavallo tra le due stagioni.

Iniziamo da chi ha calato per primo il velo sulle proprie vetture, ovvero M-Sport in quei del salone di Birmingham. Livrea innegabilmente spettacolare, con un sapiente utilizzo della grafica contemporanea traendo ispirazione dal passato. Ma tra le righe emergono due note salienti la presenza come sponsor della sola Castrol e l’assenza di Ponsse, ovvero il partner di Lappi al quale a Dovenby hanno fatto un filo spietato. Una evidente testimonianza delle difficoltà della squadra di Malcolm a mettere assieme il pranzo con la cena, saltando la colazione anche perché Castrol era già presente sulla Fiesta quando al volante c’era Ogier, ed avere aumentato di qualche centimetro quadrato i suoi adesivi in soldoni rappresenta ben poca cosa nel budget della squadra di Wilson. Qualcosa in più poteva portarlo Ponsse, l’azienda finlandese che produce macchine per lavori forestali, ma il braccio di ferro per cercare di colorare entrambe le Fiesta, nonostante al volante ci fossero due fly Finn si è scontrata con il no di Ponsse. Che continuerà a dare il suo appoggio al solo Lappi. Al contrario Toyota a sorpresa resta con la stessa livrea, ma soprattutto gli stessi partner che l’accompagnano dal 2017, con la Red Bull che resta al palo sulle vetture ma anche sulle tute dei piloti nonostante Ogier, Evans e Rovanpera sono tutti e tre testimonial del bibitaro austriaco. Se all’epoca della Volkswagen gli accordi erano prima con la squadra e poi con Ogier, in Ford e Citroen Red Bull è andata a riempire uno spazio lasciato vacante da un main sponsor sicuramente in supporto ad Ogier, ma soprattutto approfittando della fame di soldi di quelle squadre che nel tavolo delle trattative non hanno certo giocato come chi ha il coltello dalla parte del manico. Toyota invece dimostra ancora una volta quanto la parte che tiene i cordoni della borsa dipenda dalla Gazoo Japan, dai contratti dei piloti a come si devono vestire le vetture e davanti a tutto c’è sempre l’interesse diretto del costruttore. Una filosofia molto differente rispetto agli anni del TTE che viveva con i soldi della casa, ma operava in maniera abbastanza indipendente su tutta la linea senza dovere rendere conto se non nei risultati. Oggi invece la struttura di Makinen opera con un mandato limitato, tecnico e gestionale (gara).         

 

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