GIOCHI DI SQUADRA PUNTO 2

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Nel polverone che si è scatenato lo scorso fine settimana si è nuovamente messo le mani su uno dei temi che più arroventa le discussioni del motorsport, dividendo puntualmente la platea tra i contrari, i fatalisti e quelli che rimpiangono un’epoca quando si faceva di peggio ma .. . C’è però un aspetto che il Sanremo ha messo in evidenza: oggi la comunicazione ..

L’argomento si ripresenta in maniera puntale dal WRC al CIR non appena arrivano delle consegne da parte della squadra, si tratti di cedere una posizione, oppure di utilizzare il C.O. per modificare la propria posizione di partenza. Argomenti sportivamente delicati da molti non graditi filosoficamente, da altri più attenti ai cavilli pronti a fare gridare alla frode sportiva, tutti pronti a martellarsi gli zebedei alla Tafazi. Si perché in nel grande ciclismo le squadre dei campionissimi sono costituite da corridori in grado di fare i capitani in molte squadre, eppure si sacrificano e se in fuga vengono fermati per dare man forte al loro capitano. Tattiche dichiarate, ed alla luce del sole, ruoli scritti nero su bianco nei contratti, come è successo in molte squadre dei rally mondiali negli anni 80, con piloti che avevano il titolo piloti per contratto vedi Mikkola in Audi oppure KKK in Lancia. Eppure oggi nessuno si scandalizza per il ciclismo, oppure all’epoca si indignava per le posizioni blindate dei piloti. Il Sanremo però ha messo in risalto un aspetto decisamente negativo dei giochi di squadra fatti sui tavolini dei controlli orari finali ai giorni nostri. La comunicazione. Quella che ancora a fine anni 90 dava notizia del vincitore in poche righe sui quotidiani del giorno dopo, oppure nel caso del mondiale in un flash dei telegiornali della sera. Oggi, prima con internet e poi con i social la comunicazione è diventata flash, al traguardo dell’ultima speciale il vincitore viene sparato pubblicamente da tutti i media, per non parlare dei social. Ma anche senza gli elementi di comunicazione classici, basta il sito dei cronometristi quello dove un’po’ tutti aspettano i risultati dell’ultima speciale (fan e addetti ai lavori). Quei controlli che il WRC negli ultimi anni, un episodio dopo l’altro ha depotenziato, ed oggi la gara si chiude sul podio televisivo, per evitare passi un messaggio di scarsa sportività. Sarà anche vero che i rally si chiudono sulla pedana finale, all’ultimo C.O., ma nel corso di questi anni sono cambiate molte cose, a cominciare dai format che spesso hanno stravolto le gare, cancellare i controlli finali è sicuramente più indolore. Considerazioni che non vanno contro la decisione di Adamo, anzi riteniamo il suo operato rientri nelle tattiche di squadra lecite e nel rispetto dei regolamenti, ma è un suggerimento alla federazione nazionale. Come sta facendo la FIA nel mondiale con delle correzioni regolamentari di adeguamento ai nostri tempi. Evitando così nel caso del Sanremo quello che è successo prima e dopo, perché in entrambi i casi si tratta di giochi a tavolino. Visto che la generale dallo stop di Carpasio all’esposizione della classifica finale ha proposto tre risultati differenti, elemento che mina la credibilità di una gara.      

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