FRANCESCHI DOMINIO IN CRECENDO

0

Il ragazzo è sicuramente da seguire con molta attenzione, dopo Loeb e Ogier è lui il candidato più serio a continuare la tradizione dei piloti Francesi da rally, quella che non posa grandi fondamenta storiche ma che negli ultimi quindici anni non ha più lasciato nulla agli altri.    

Il WRC Junior ha proposto una gara molto interessante, con molti momenti vibranti, ma anche qualche domanda sull’osservato speciale Franceschi, autore di una gara estremamente intelligente. Dimostrazione di grande maturità nonostante la giovane età, ma sopratutto ha dimostrato di avere fatto tesoro della lezione al Montecarlo dove ha buttato alle ortiche un WRC3 dove aveva sbaragliato la concorrenza. Nelle prime battute a tentare di scappare via è stato Folb, una vecchia volpe dello Junior, un ritmo decisamente sostenuto che ha tagliato le gambe a tutto il gruppo Junior. L’unico a restargli in scia è stato Franceschi, che ha aumentato un pochino il suo ritmo e decimo dopo decimo è arrivato a metà della seconda frazione a concludere il sorpasso sul suo connazionale. Una prima fase giocata con molta prudenza che però nei puristi più esigenti qualche dubbio l’ha sollevato, si perché Folb è molto forte sull’asfalto ma (in passato) non abbastanza per riuscire a mandare all’angolo gli avversari, anzi l’anno passato fu Solans a metterlo sotto. Ma a quel punto con la leadership in mano Franceschi ha dato alla sua guida un altro click in più, nulla di sconvolgente con tempi monstre ecc.., ma un ritmo che in poche speciali ha mandato all’angolo Folb che ha chiuso la sua gara con una bella mezza minutata di ritardo sul connazionale. Un crescendo che ha cancellato tutti i dubbi sulle sue capacità prestazionali, anzi dopo quanto aveva mostrato al Montecarlo ha evitato di tenere un ritmo troppo alto, sempre in soglia, preferendo regolare il suo passo. Ed in questo difficilissimo esercizio, sopratutto per un ventiduenne, ha dimostrato di essere già molto bravo. Ora non resta che crescere e confermare quanto ha fatto vedere, perché per i più parlando di giovani transalpini si pensa a Loeb o Ogier, ma in realtà tra i due è passata più di una generazione di piloti i Le Febvre, Camilli, Bonato, Rossel e tanti altri che non sono nemmeno riusciti ad arrivare alla soglia di seconda guida, se non per occasionali miracoli dell’economia.     

Share.