EFFETTO ON BOARD

0

L’ultimo step della sicurezza con l’applicazione del riconoscimento dei fans tramite le camere on-board è fallito ancora prima di cominciare, ma comunque il sistema viene utilizzato in maniera tradizionale comunicando eventuali situazioni di pericolo alla rete dei commissari sul percorso, ma tante sono le perplessità sull’utilizzo di questo sistema.

Il controllo della sicurezza spettatori grazie alle telecamere on board montate sulle vetture dei concorrenti, nel giro di pochi anni è diventato la discriminate per la valutazione della sicurezza degli spettatori. Partendo dal principio che la sicurezza assoluta nel motorsport in generale è un concetto abbastanza relativo, ci teniamo a sottolineare che l’introduzione delle camere on-board per verificare la sicurezza su un tracciato da una prospettiva spesso lontana dalla realtà. Stazionare all’interno di una curva, dove però la vettura non può andare per avere l’effetto corda, anche se si è ripresi dalla camera è più sicuro di postazioni autorizzate a dieci metri dalla strada ma in esterno curva, la dove spesso si viaggia sopra il muro del 150 Km/h. Il problema di oggi sempre più spesso è il percepito, ovvero quello che passa sul piccolo schermo, oppure negli streaming, dove vedere una persona a un metro dalla vettura, con l’effetto on-board sembra essere sfiorato dalla vettura quando la realtà è ben diversa. Tutto questo però fa parte del nuovo circo, o se vogliamo delle nuove tecnologie, che ci permettono di vivere live una gara del mondiale; ma da casa danno un percepito di rischio distorto e volenti o nolenti con questi ci tocca fare i conti, perché quella è l’immagine dei rally che entra nelle case di tutti. Un effetto con il quale il WRC ha fatto abbastanza bene i compitini, ed in quasi tutte le gare non si vedono persone vicino alla strada. Qualche raro caso, generalmente nelle zone più sperdute delle speciali, dove paradossalmente a puntare il dito sono media specializzati, oltre ai fans sempre pronti a dare addosso all’indisciplina degli altri. Il discorso cambia nell’ERC, in tutta onestà non abbiamo notato casi di indisciplina particolarmente gravi, ma a finire negli obbiettivi degli on-board sono in parecchi, ed a oggi è difficile immaginare la capacità di mettere sul piatto lo stesso impegno budgettario della sicurezza targata WRC. Un problema che sino ad oggi non è esploso in maniera dirompente, perché il pubblico dell’ERC è molto più rarefatto rispetto a quello del WRC, ma in Polonia nonostante un pubblico più contenuto le lacune sono sembrate quelle di sempre. Quando parliamo di percepito e reale ci teniamo a sottolineare un aspetto che si ripropone in quasi tutte le gare, quei dossi in piena velocità dove ci sono due ali di pubblico (dopo il punto di atterraggio) a quindici, venti metri dalla strada, ma nel caso si inneschi una carambola a quelle velocità, insufficienti a garantire un adeguata sicurezza.

Share.