PROFUMO DI MONTECARLO

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Cronaca di un Montecarlo diverso; quello che nonostante le vetture, i protagonisti, le strade e i tempi siano cambiati continua a dare delle sensazioni uniche al popolo dei rally, ma soprattutto al territorio.

I camper sono arrivati sul Turini mercoledì mattina. Il ristorante-feticcio di ogni appassionato aveva transennato l’area dei tavoli, e ci entravi solo se avevi prenotato. Probabilmente l’acconto della cena consisteva nel rene destro. Il clima Monte era già bello che acceso, anche se sul Turini (ma non solo lì, perché anche sul Col de Couillole non siam messi benissimo) manca tremendamente la neve e neanche di ghiaccio se ne vedeva così tanto mercoledì pomeriggio. Resta una prova iconica, ma per dire: in cima al colle c’è neve a bordo strada, ma è tutta ghiacciata. Gli spettatori che avranno l’alzata d’ingegno di andare fin lassù non se la potranno neanche tirare.

Chi scrive ha avuto la fortuna di essere lassù nel 2013, con talmente tanta neve che ancora quelli del ristorante fanno gli adesivi con le foto di quell’anno. Indimenticabili sono stati i passaggi dei due Sébastien, che quest’anno incrociano di nuovo le spade e vedremo con che risultati. Striscioni ancora non ne sono stati sistemati, ma è probabilissimo che i francesi non sapranno chi scegliere (e fossi in loro non sceglierei): voler più bene al papà o alla mamma? Ogier è il campione del mondo in carica ed è obiettivamente difficile non battergli le mani quando passa, ma Loeb “avrà più di quarant’anni e certi applausi, ormai, son dovuti per amore”, direbbe Paolo Conte. La canzone prosegue con un “no, non incontrarlo mai” che potrebbe essere quanto mai appropriato. Ve lo dico, senza paura degli sfottò in caso di clamoroso errore: nei miei pickems su E-wrc ho messo Ogier primo e Loeb terzo, con secondo Evans. Les jeux sont faits, rien ne va plus.

Quelli di qui comunque sanno bene ormai che c’è la gara, e sarebbe allucinante il contrario. Ieri a Sospel c’erano i bimbi che aspettavano che i piloti, in ricognizione, scendessero dal Turini per salutarli. Non vi dico la contentezza quando i ricognitori di Toyota, che a loro volta hanno fatto le ricognizioni (si poteva, pagando 1500 euro), si sono fermati a mangiare in quel paesello, anche carino ma drammaticamente di montagna. Per un giorno però non si vedeva l’isolamento, perché pareva davvero che il centro del mondo si fosse spostato fra La Bollène-Vesubie, Moulinet e Sospel. E probabilmente quella non era solo un’impressione.

Niccolò Budoia

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