IL BLUFF SULLE TERZE GUIDE

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Quando sono cominciati a rimbalzare i rumors del rinnovo del contratto di Sordo da Alzenau è partito un lungo bluff per fare credere che la terza vettura sarebbe andata ad un solo pilota, una mossa difficile da comprendere visto l’epilogo scontato che ieri ha visto confermare Sordo e Oliver Solberg come da copione.

Le dichiarazioni di Alzenau sulla terza guida nel mese di settembre hanno seguito uno schema che evidenzia un bluff orchestrato; da una parte Adamo ha messo in dubbio che nel 2022 si sarebbe continuato a correre con lo schema che vedeva più piloti alternarsi sulla terza vettura. Dall’altro Sordo, pilota decisamente riservato e schivo, ha reso pubblica una presunta inquietudine per il suo futuro, questo a pochi giorni dai segnali evidenti che circolavano dietro le quinte dell’ennesimo rinnovo. Appena è stato ufficializzato il passaggio di Breen in M-Sport, ad Alzenau hanno subito calato le loro carte: una terza vettura che vedrà alternarsi Dani Sordo e Oliver Solberg per tutto il 2022, con lo Spagnolo che ricoprirà anche le vesti di tutor e tester. Se per Solberg junior è evidente l’investimento sul futuro, per Sordo si tratta della conferma di un rapporto cementato, oramai quasi famigliare, che negli anni ha visto crescere anche dei legami commerciali un di più che lo lega ad Alzenau. Un’alternanza che dovrebbe pendere nettamente a favore di Oliver, per il quale si sta parlando di nove presenze sulla Rally1 Hybrid, mentre quelle di Sordo dovrebbero essere le restanti quattro. Resta da chiarire se per Solberg ci sarà anche una quarta vettura a disposizione nelle gare dove non figurerà nella line-up della squadra. Soprattutto considerato che il 2022 dell’infortunato Loubet è quanto meno fumoso. Un carico di grande responsabilità per il giovanissimo figlio d’arte, ma per un ragazzo di quell’età meno problematico di una stagione passando da una rally1 ad una rally2. Ad oggi però non sono chiare le motivazioni di questo bluff che ad Alzenau hanno messo in atto a settembre, visto che le scelte fatte non hanno implicato movimenti di mercato che potessero coinvolgere piloti fuori dall’orbita Hyundai.

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