NEVE O ASCIUTTO E’ SEMPRE MONTECARLO

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Una gara quasi interamente asciutta, con temperature diurne estremamente miti, per non dire primaverili sembravano avere azzerato tutti i punti interrogativi che il Montecarlo propone. La scelta delle gomme non ha giocato un ruolo determinante, ma l’evoluzione delle strade con sporco e fango e il poco verglas presente hanno deciso l’andamento della gara.

Anche in condizioni anomale come quelle di questo 2024 il rally di Montecarlo, ha obbligato tutti a fare i conti con i cambi di aderenza che hanno proposto le strade della regione alpina di Gap. Asfalti tendenzialmente asciutti, hanno proposto molte porzioni umide con un grip tutto da scoprire, che in molti casi ha indotto i ricognitori a correzioni troppo conservative. Senza contare i tanti tagli che dopo il passaggio di poche vetture cambiavano il volto della strada sporcandola con terra e fango, creando in più di una curva un effetto ghiaccio, là dove l’umido proponeva già una patina più scivolosa. Un aggiunta di lavoro per chi correggeva le note, ed i risultati si sono visti in più di una speciale, dove alcuni concorrenti hanno interpretato le variazioni in maniera troppo prudente, lasciando per strada qualche manciata di secondi. Mentre altri come Mikkelsen il venerdì si sono trovati in più di un occasione ad andare a vista, perché le correzioni non avevano previsto un degrado così rapido (lo sporco riportato), un elemento nel primo passaggio da leggere in divenire. Sta di fatto che sul ghiaccio, o black ice (all’inglese) sulla prima lastra vera, sono finiti fuori a manciate, a cominciare dagli ufficiali. Su otto vetture in tre hanno dovuto ricorre all’aiuto del pubblico, mentre Neuville è riuscito a cavarsela con una brutta sbandata. Un mezzo disastro in un tratto di salita, dove rallentare la vettura è più facile. Un episodio che ha messo un ulteriore accento sull’importanza dei ricognitori e del principio con il quale vengono scelti. Oggi rispetto a qualche annetto indietro, in più di un caso, si è privilegiato il feeling con la persona, trascurando l’esperienza e la capacità di leggere il ghiaccio nelle parti in ombra. Elemento ancora più complicato in una gara asciutta, perché spesso si finisce con sottovalutare quelle due o tre curve in tutta la gara realmente pericolose. Un errore che da ufficiali non ci si può permettere, ed è necessario puntare su un equipaggio esperto su entrambi i sedili. Ed a questo proposito molte scelte si possono definire quantomeno discutibili, soprattutto nella scelta di chi al volante aveva poca esperienza internazionale, ed in alcuni casi senza avere disputato nemmeno un Montecarlo. La gara di apertura del campionato ha dimostrato che anche in versione asciutta è in grado di proporre variabili interessanti in grado di dare pepe alla gara. Unica cosa scontata la scelta della gomme, la soft è stata sempre la gomma ideale, e l’avere giocato con qualche super soft è servito principalmente a salvare qualche pneumatico per la tappa finale.

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