PORTOGALLO CON 50 RALLY2

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Chi misura i rally in base agli iscritti in Portogallo con ben 87 equipaggi ha di che festeggiare, anche se in realtà una dozzina abbondante di due ruote motrici e forse anche altri partecipanti al campionato lusitano non parteciperanno a tutta la gara. Ma a sollevare un punto interrogativo sono le 50 rally2 presenti, il 58% degli iscritti, un segno di salute, oppure ..

Ad ereditare il posto delle gruppo N prima sono arrivate le S2000, ed a distanza di un lustro sono state rimpiazzate dalle R5 / Rally2, un fenomeno che oggi è in piena esondazione e se da una parte c’è chi pensa ad un futuro ancora più splendido in sostituzione delle Rally1, nessuno si preoccupa di un esondazione che rischia di lasciare danni permanenti. I numeri del Portogallo nella storia non hanno paragoni, 50 vetture nella serie B dei rally (44 iscritte al WRC2) è qualcosa di impressionante in una gara dove per trovare qualcosa di simile bisogna tornare all’edizione 2020, dove al via si presentarono ben 44 gruppi N. Allora gli iscritti erano ben 114 e la media sul totale era di circa il 39%, ben altra cosa rispetto al 58% odierno. Se da una parte è innegabile la bontà del nuovo regolamento messo a terra dalla Fia, dall’altra gli elementi di preoccupazione si può fare finta di non vederli, ma sono macroscopici. Vedere le auto della serie cadetta del WRC, ma regine nelle serie continentali e nazionali, un aspetto tutt’altro che secondario perché nelle serie degli anni 2000 si vinceva con: WRC, Kit Car e A8. Inoltre non bisogna dimenticare che allora un gruppo N partiva da una vettura di serie, e la forchetta di prezzo era molto larga a seconda del grado di preparazione che si metteva a budget. Oggi una rally due esce direttamente dai reparti clienti dei distaccamenti sportivi di un costruttore, e non c’è più nessuna forchetta, il prezzo è di duecento e rotti euri senza margini di trattativa. Uno sbilanciamento esagerato su una gamma di vetture sicuramente degne della serie B mondiale dei rally, la cui crescita esponenziale ha letteralmente fatto sparire tutte le altre comprimarie, ed oggi nell’ERC come in molte serie nazionali risultano la classe più numerosa. La nostra preoccupazione e quella di altri è rivolta a questo sbilanciamento, tecnico ma soprattutto economico che rischia di andare a intaccare seriamente la base dei praticanti. Il mondiale è quello che detta l’immagine dei rally, ma il fatto che come in tutte le top class del motorsport, i promotori siano in prima linea a dettare linee tecniche e sportive rischia di minare una filiera regolamentare che deve mettere assieme il top e la base.

ELENCO ISCRITTI

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