PER CHI SUONA IL CAMPANARO

0

Il CIR R1 si prepara ad assegnare il suo titolo a Verona, con una gara di anticipo, visto l’enorme vantaggio accumulato da Daniele Campanaro sugli avversari, un risultato storico per la serie dedicata alle R1 egemonizzata dalla nascita delle Suzuki che dopo cinque anni dovranno passare il testimone alla Ford Fiesta R1 del pilota Toscano.    

Daniele Campanaro pilota giovane ma non giovanissimo (classe 89) è uno di quei ragazzi del panorama nazionale costretto da budget risicati a restare spesso nell’ombra, ma quest’anno dopo un una stagione nella Coppa ACI del CIR 2018 al volante di una R2 ha fatto un passo indietro passando sul sedile di una meno potente R1. Ma con l’opportunità di andare a caccia del titolo Italiano R1 campionato in grado di garantire quel pizzico di visibilità in più rispetto al generale anonimato di altre coppe e coppette. Un campionato che per anni è stato esclusivo terreno di caccia delle gialle Suzuki, che con il loro trofeo monomarca hanno monopolizzato la classe R1 all’interno del CIR. Dopo i primi timidi tentativi di mettere in discussione questa leadership con le compattissime Twingo, quest’anno è arrivata la Ford con la nuova Fiesta R1 by M-Sport, un’entrata a gamba tesa che ha mandato al tappeto la concorrenza. Un segnale importante per i rally perché segna un interessamento delle case costruttrici e delle relative strutture sportive nei confronti di quella che dalla FIA è stata pensata come classe di base, sino ad oggi snobbata dalle grandi case. Lasciata nella maggioranza dei casi ad iniziative degli importatori, che hanno dato vita a monomarca oppure altre iniziative a spot nazionali, come quella Suzuki in Italia. Campanaro sino ad oggi si è imposto in maniera schiacciante in quattro dei cinque appuntamenti disputati, battendo un totale di 34 scratch contro i 32 fatti segnare dagli altri aspiranti al titolo. Un campionato che si appresta a vincere con il piede, ma soprattutto con la testa correndo come in Friuli in controllo, sino a quando un problemino a fine gara gli ha fatto perdere la leadership. Ma con un uno, due, tre senza diritto di replica ha saltato di prepotenza la Booster Jet di Riva, lasciandola dietro di una mezza minutata in soli cinquanta chilometri di speciale. Ad aiutarlo nel chiudere questa stagione tricolore non sono stati i premi di un monomarca, ma un operazione che ha coinvolto Ford Racing, TH Motorsport (struttura che gestisce la vettura) e la ERTS Hankook competition, a dimostrazione che quando si hanno i numeri le vie per tentare la sorte possono essere più di una. Ovviamente bisogna avere spirito di sacrificio e soprattutto avere l’umiltà di partire dal basso e del nome di Campanaro ne sentiremo ancora parlare in futuro.

 

Share.