LIEPAJA SOTTO CONTROLLO MEDICO

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Il rigido protocollo sanitario per gli ingessi in Lettonia, con relativi tamponi prima e dopo l’ingresso, comincia a rendere molto più chiare le problematiche relative alle gare internazionali, soprattutto in questi mesi dove la situazione contagi cambia le regole da un giorno all’altro.

In pratica correre il secondo appuntamento ERC al Liepaja comincia a complicare non poco la vita dei concorrenti che a Roma hanno avuto un normale trattamento, almeno per i driver Europei. I test anti-covid previsti sono ben tre, uno da effettuare nelle 72 ore prima della partenza, un altro nelle ventiquattro ore dall’arrivo (questo comporta un isolamento di circa 24 ore il tempo necessario per avere gli esiti del test), ed un ultimo da effettuare dai cinque ai sette giorni di permanenza. Ci sono anche una serie di limitazioni personali, come non frequentare strade pubbliche, oppure utilizzare i mezzi pubblici ecc.. . Una serie balzi e balzelli che propone un costo a testa non indifferente, che per una squadra con un paio di vetture che si presenti con una decina di componenti incide sul budget complessivo, senza contare il fermo sia pur breve di quarantena. Regole anti-contagio che appartengono a stati della comunità Europea come le tre repubbliche Baltiche, inserite nel 2004 all’interno della UE ma come tutte le new entry hanno sempre un gran numero di distinguo, figuriamoci in quest’ epoca dove si limita la circolazione all’interno degli stessi stati, da una settimana all’altra. Per cui è facile immaginare che in questi quattro mesi che ci separano dalla fine dell’anno, la vita dei campionati internazionali e di chi li frequenta si complicherà e non poco, ed appena si andrà fuori dei confini continentali gli spostamenti risultano di difficile programmazione e ad oggi la gara più traballante resta il rally Japan nel WRC.

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