ERC TATTICHE DI PARTENZA

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In Polonia le tattiche per evitare di partire la davanti e pulire la strada al resto del gruppo avevano colpito per la loro fantasia gli occhi dei più smaliziati, ma anche al Liepaja la pantomima è continuata, decidere l’ordine di partenza in base alla prova di qualifica è corretto ma con tanti piloti veloci come nell’ERC di oggi le carte si rimescolano ancora.

Il principio adottato da Eurosport negli anni passati, di dare un senso alla giornata dello shakedown andando ad aggiungerci alla fine un giro secco di qualifica, che permette ai concorrenti in base all’ordine dei tempi realizzati di scegliersi la posizione di partenza della prima tappa ha una sua equità sportività. Ma il campionato continentale in questi ultimi tre anni ha assistito ad un’esplosione mai vista degli iscritti e del loro tasso di qualità. Una rosa che oramai va ben oltre le prime dieci quindici posizioni che si gioca nel giro secco di qualifica, chi può ambire alla vittoria finale resta circoscritto in un manipolo di cinque, sei nomi, ma il fatto che la qualità dei concorrenti di seconda fascia è cresciuta tantissimo ha rimescolato completamente le carte. Così nella stage di qualifica ogni sbavatura può costare carissima e per stare la davanti bisogna andare a tutta, condizione che ha aguzzato l’ingegno dei più calcolatori, che prendono le misure nello shakedown per poi scommettere su un tempo che gli consenta di partire in dalla ventesima alla trentesima posizione. Una questione di calcolo e passo messi assieme, ma anche di sapere rischiare. Così anche in Lettonia piloti del calibro di Breen e Llarena sono partiti beatamente alle spalle dei primi quindici e sono riusciti a concludere la prima tappa entrambi sul podio virtuale. Più veloce di loro è stato solamente Gryazin che però scegliendo per primo aveva optato per la quindicesima posizione sulla strada. Ma il Russo in Polonia aveva giocato molto più che d’azzardo, optando per una posizione di partenza (39°) che lo ha esposto al rischio forature, ma sui tempi gli aveva permesso di fare una differenza impressionante. Logicamente la cosa non si è più ripetuta sulle speciali del Liepaja e forse maliziosamente Nikolay ha preferito evitare di farsi notare troppo, anche perché la scelta, mascherata con un finto stop non era andata giù a molti.

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