La gara Fiamminga dopo le indiscrezioni della passata settimana, ha ufficializzato la sua candidatura per il WRC, più che una domanda si tratta di una formalità per un ingresso oramai certo, che premia una delle gare più prestigiose ed affascinanti del vecchio continente, uscita dai radar dell’ERC negli ultimi anni, puntando tutto a mantenere un grande evento.
A cavallo tra gli anni ottanta e novanta la gara Belga era uno dei gioielli del campionato Europeo, una gara che per fascino e per parterre è sempre stata all’altezza di un mondiale, ma che allora si è sempre trovata la porta chiusa da un Europa che aveva già troppe presenze nella serie iridata, ed allora il peso politico delle federazioni in seno alla FIA non concedeva molto spazio ad una piccola federazione come quella Belga. Con l’avvento del nuovo millennio il baricentro per la formazione dei calendari si è spostato dalla politica ai soldi, un problema per il mondiale ma anche per serie come l’ERC che ha visto sparire dai radar molti monumenti dei rally continentali. Tra queste anche la gara di Ypres, che ha scritto le pagine più belle della sua storia con il nome “24 ore di Ypres”. La rottura tra Ypres e l’ERC è stata una scelta dell’organizzazione Belga, che allora ha ritenuto esagerate le richieste economiche a fronte del ritorno mediatico di Eurosport. Ma i Belgi anche fuori dall’Europeo hanno continuato ad investire mantenendo uno standard molto alto, portando al via degli elenchi partenti da fare invidia alle migliori serie internazionali. Quest’anno quando il corona virus ha cominciato a fare saltare tutte le gare, i Belgi hanno cercato di tenere duro sino alla fine, ma quando hanno cominciato a capire che la data originale di fine giugno avrebbe creato più di un problema, la scelta è stata one way spostarsi il primo week end di ottobre, per diventare l’evento ideale in preparazione del Deutschland. Data perfetta per fare il pienone di WRC plus e top driver del mondiale, quello che però non si sarebbero mai aspettati almeno sino ad inizio giugno sono cadute di Finlandia, New Zeland e Wales che hanno inevitabilmente aperto le porte a new entry Europee. Cosa meglio di una gara simile per caratteristiche al Germania, quindi con auto configurate con lo stesso set-up a distanza di un paio di settimane, con una trasferta di poche centinaia di chilometri tra una base e l’altra. L’ideale dal punto di vista logistico con una gara collaudatissima, in grado di aggiungere qualche chilometro senza troppi problemi e soprattutto con buone coperture economiche in grado di fare fronte al maggiore impegno del WRC.