UN’ALTRA PAGINA DI LEGGENDA

0

Della gara hanno detto tutto gli altri. Per parte mia posso solo dire che è stato un onore essere a bordo strada in una gara del genere, di cui non potremo mai davvero dimenticarci. Una gara che davvero resterà nella storia, e non certo per il debutto delle ibride.

Sua Eccellenza ha parlato e persino il campione del mondo in carica ha dovuto fare silenzio. Loeb ha vinto sbagliando meno degli altri, ma non senza sbagliare: il tempo perso nei due passaggi su Thoard sono stati forse delle sbavature, ma guardiamo quelle degli altri. Uscite di strada, forature, guai meccanici. Lui no, sebbene venisse fresco dalla Dakar e non corresse un rally mondiale da un anno e mezzo. Per Isabelle Galmiche è la vittoria più prestigiosa, una favola incredibile. In carriera ha sette gare mondiali, due presenze a Montecarlo e da oggi anche 27 punti iridati nel palmarès. È, con rispetto parlando, la quarta più anziana nella storia a vincere un rally del Mondiale, la più anziana donna nella storia a vincere un rally del Mondiale, la prima donna da 25 anni a questa parte a vincere una gara del Mondiale. Ha 50 anni suonati, ed è stata premiata dal principe Alberto II. Loeb eguaglia Ogier in cima alla classifica dei più vincenti al Monte, Veillas sfiora la prima vittoria al debutto con un campione del mondo, Breen raccoglie il primo podio al Monte. La Ford (udite udite) sembra incredibilmente vicina a Toyota e molto davanti a Hyundai.

Tutte frasette buttate là, certo, e anche con poco senso visto che il Monte non ha quasi mai detto nulla sulla stagione nel suo complesso. Ma il punto è un altro. Questo Monte ci dice una cosa sola, ovvero che per salvare uno sport serve una cosa sola: la possibilità di raccontare storie. Pensate quante ce ne hanno regalate questi 296 chilometri di prove, neanche troppo belli vista la pressoché totale assenza di neve. Certo, il Monte è fatto così da sempre e regala storie anche se tace. Il punto è che non tace mai, e dopo un primo momento di curiosità le macchine nuove sono passate in secondo piano: la gente si buttava a bordo strada a tifare i due Seb, e la divisione in prova speciale era netta e irriducibile. La poesia della gente che nell’ultima speciale eludeva la sorveglianza dei gendarmi e dei commissari per farsi vedere da Loeb e Ogier non ha pari.

È per questo che è stato un onore essere a bordo strada, ad assistere a un pezzo di storia delle corse che si scriveva da sola, meravigliosamente. Ma lo è stato per tutti i presenti perché a scrivere la leggenda sono i protagonisti, ma è il pubblico che fa dannatamente parte dell’evento a farla diventare leggenda.

Niccolò Budoia

Share.