Il rallye Deutschland propone i primi riscontri cronometrici nello shakedown ed a svettare è la Citroen C3 di Ogier che mette in fila Tanak, Neuville, Lappi, Sordo e Meeke. Ma a tenere banco sono le prime modifiche introdotte dalla Toyota sull’ala posteriore.
Lo shakedown propone un tracciato decisamente anomalo e veloce, ma con una massiccia overdose di rotoballe che imperano in ogni dove, nelle corde in funzione antitaglio, in mezzo ai campi per segnale le curve e nelle immancabili chicane artificiali. Un percorso che vede la Citroen C3 di Ogier strappare lo scratch, bruciando per un paio di decimi la Toyota Yaris di Tanak. Un risultato nel complesso poco significativo come testimoniano le sei vetture di testa racchiuse in un fazzoletto di secondo, con Neuville, Lappi, Sordo e Meeke immediatamente a ruota dei due capofila. Mentre per il resto del gruppo i distacchi sono comunque ridotti e poco significanti. Ad attirare l’attenzione nel pregara Tedesco sono state soprattutto le modifiche sull’attacco dell’ala posteriore della Yaris, dopo le discussioni che si sono innescate in Finlandia su un interpretazione molto border delle appendici aerodinamiche di alcune vetture, ma in particolare di quella della casa Nippo Finlandese. La Federazione ha concesso ai costruttori un mese abbondante per rivedere la conformità delle loro vetture, ed eventualmente ridisegnare le ali posteriori e il loro posizionamento, quindi entro il rally di Turchia. Ma la Toyota almeno per quanto riguarda lo sbalzo nel pieno spirito di un ravvedimento operoso si è presentata in Germania con l’ala riposizionata nel sua distanza dalla vettura dei 30 mm contestati. Per quanto riguarda l’ala nuova questa arriverà come da richieste per il Turchia, un aggiustamento che richiede un nuovo disegno la creazione di nuovi stampi per la realizzazione dell’ala. E’ però evidente la volontà da parte della casa Nipponica di non creare polemiche, ma di adeguarsi il più celermente possibile onde evitare l’innescarsi di polemiche che vadano a macchiare il nome Toyota, rispolverando i fantasmi di fine anni 90 quando l’affaire del turbo mise il TTE con le spalle al muro.