Il Rally Saudi Arabia in versione MERC è stato una sorta di prova generale per la gara che andrà a chiudere il WRC a fine novembre, una gara con le luci di jedda e del suo sfavillante circuito, ma anche tante ombre a cominciare da un quarto del percorso cancellato per ragioni di sicurezza. A vincere è stato il solito Al Attiyah davanti alla Toyota di Hanninen.
Il cantiere WRC di Jeddah ha battuto il suo primo colpo concreto, uscendo dalla bolla economica che ha portato i governi sauditi a firmare un contratto di dieci anni con il WRC Promoter. Tra i lati positivi le sfavillanti luci del circuito di Jeddah, una base sfarzosa destinata ad accogliere il quartiere generale della gara WRC. Sulle speciali chi si attendeva una sorta Dakar si è dovuto ricredere, le piste sono state spianate, i fondi più sconnessi sistemati andando a riportare ghiaia e terra, trasformando le piste in vere strade sterrate. Esattamente come su alcune speciali del Safari in Kenya; fondi lavorati di recente, ancora da consolidare che inevitabilmente tendono a scavarsi, la domanda è come sarà il fondo tra sette mesi, ma questo è un tema squisitamente sportivo. A sollevare più di un dubbio sono state le tre speciali cancellate nella prima tappa poco prima della loro partenza, giustificate con lo scarno ed incontestabile motivi di sicurezza. Un taglio di quarantanove chilometri cronometrati, in una tappa di novantasei è tanta roba, intoppi che nel mondiale possono costare molto cari. Speciali cancellate a cui viaggia in parallelo il ritardo, ed in Arabia si è accumulata una bella oretta, un altro di quegli aspetti da bacchettate sulle dita, almeno nel WRC. Nella seconda tappa tutto è filato via liscio come doveva essere, anche perché con una ventina di equipaggi accumulare ritardi importanti è segno di una gestione gara abbastanza leggera. Per un edizione zero del WRC, con validità per il campionato medio orientale, ventidue equipaggi sono il minimo sindacabile. In linea con i numeri del MERC, ma visto che in Qatar si è arrivato a sfiorare i trenta, qualche sforzo in più si poteva fare, di sicuro lascia perplessi tra gli stranieri che gravitano nell’orbita del mondiale la sola presenza di Juho Hanninen in coppia con Janni Hussi, mandati in avanscoperta con la GR Yaris Rally2 dalla squadra di Jyvakyla, per avere le primi indicazioni sul terreno. La gara come da pronostico è andata a Nasser Al Attiyah e Candido Carrera al loro terzo successo consecutivo nel MERC 2025. Nelle nove speciali disputate, Nasser è andato a scratch per ben sette volte, concedendo due soli successi parziali al finlandese Hanninen, che ha tagliato il traguardo al secondo posto con un ritardo di una minutata e mezza. Il collaudatore Toyota nelle fasi iniziali ha limitato i danni, ma nella seconda frazione il suo ritardo si è rapidamente dilatato. Sul gradino basso del podio si piazza la Toyota GR Yaris Rally2 del padrone di casa Rakan Al-Rashed con alle note il portoghese Hugo Magalhães, staccati di una manciata di minuti.