LA NEVE CI MANDA IN BIANCO

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Dal Col de Couillole a Saint Geniez ci sono 170 chilometri di curve e limiti a 70 all’ora. Si passa per la valle del Vaire, che sarebbe anche carina se uno non la facesse a 50 all’ora dietro a una fila di camper indescrivibile, indimenticabile e insopportabile, con nenia di blasfemie al seguito.

Passati quegli ameni strapiombi si arriva al lago di Castillon, che Google Maps segna di un turchese splendente. Difficile confermarlo quando ci passi col buio pesto ma di sicuro non cercateci ristoranti e bar, che non è cosa.

Dalla giornata di venerdì ci si porta a casa il ricordo del ciocco tremendo tirato da Fourmaux a cento metri da dove si guardava noi, e quindi della tanta paura che ci ha letteralmente assalito. Ecco, è un’emozione di cui avrei fatto volentieri a meno. Quando è risalito Coria sembrava tutto abbastanza a posto, ma quando è arrivato fra il pubblico lo stesso Fourmaux era meglio stare zitti. Chi scrive ha avuto l’alzata d’ingegno di chiedergli se voleva un caffè, e si pente di averlo fatto. È stato meglio così, comunque: costava tre euro e mezzo, occhio al risparmio. Poi la sensazione è che queste ibride, al confronto delle Plus, siamo abbastanza lente. Chi c’era anche allora vietava di fare paragoni fra 1986 e 1987, che in effetti reggono poco. Ma la sensazione (supportata anche dalla coscienza di cosa abbiano cambiato i regolamenti) è che queste ibride siano molto meno stabili al posteriore: van forte, comunque, va detto. Ah, altra cosa: per quelli che si sono lanciati nello spiegare il perché del botto di Fourmaux metto in palio un Bacio Perugina. La teoria più strampalata letta in giro è stata quella della rottura del cambio durante la curva, in realtà c’è entrato troppo forte e gli è andata in sottosterzo. Chiuso qui.

Qui a Saint Geniez le cose non vanno benissimo. Si sperava di trovare un bel po’ di neve almeno sul Col de Fontbelle. Mannaggia. Finché non si arriva alla salita del colle non c’è un centimetro quadrato di ghiaccio, e dopo l’attacco del colle ci sono ampi tratti senza ghiaccio. Belli bianchi sono i due famosi tornanti a salire, asciutta o quasi la cima del colle, imbiancata per bene la discesa. Però, anche là: ci sono chiazze di ghiaccio seguite in alcuni casi addirittura da qualche decina di metri asciutta, il che è difficile da credere parlando della prova di solito più innevata e per questo difficile di tutte.

Niccolò Budoia

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