NAVIGATORI A GETTONE

0

Il giallo di Gilsoul che probabilmente resterà tale anche negli anni a venire, ha affondato il dito in uno degli aspetti più discutibili della specialità, ovvero i contratti dei navigatori scaricati quasi esclusivamente ai piloti e per molti di questi si tratta prestazioni a gara e non a stagione, una piaga peggiore dell’entità delle cifre in ballo.

In quello che gli appassionati di rally piace rimarcare sia il più bello sport del mondo, come in molte altre discipline sportive le cose che non funzionano o che sono palesemente ingiuste (non solo sotto il profilo morale) sono davvero tante. Ed una di queste pagine nere è quella dei navigatori, che nell’abitacolo dividono gli stessi rischi dei piloti, ed anche se è innegabile che l’elemento determinante nel successo di un equipaggio è il pilota, nel 80% dei casi l’insuccesso sta nella mancanza di una spalla all’altezza, non tanto nel leggere le note quanto nel rapporto con il pilota. Parlando del ruolo del co-driver ci sono due filosofie distinte: quella tendenzialmente anglosassone che propone una certa intercambiabilità tra i navigatori, ma nel portfolio dei vari management, vedi quello finlandese (il più conosciuto) di Jouhki, ci sono anche dei navigatori di un certo spessore, dove pur mantenendo la filosofia dell’ingaggio a gara si cerca di dare un minimo di stabilità stagionale. Dall’altra c’è quella più latina, dove si cerca di creare una coppia in grado di compensarsi dalle stagioni degli esordi internazionali sino a fine carriera. Due filosofie contrapposte, ma in entrambi i casi a livello contrattuale negli ultimi trent’anni non sono molti i dove c’è stata una regolarizzazione da parte dei costruttori. Inoltre a farla da padrone indipendentemente dalla lunghezza dei contratti (stagionali oppure a spot), è la retribuzione a gettone. Un problema che a differenza del sentore comune non sta nella facilità di lasciare il navigatore a piedi da un momento all’altro (almeno a livello top WRC), ma dagli appiedamenti ben più dolorosi al seguito di incidenti, abbandonando il malcapitato di turno a riabilitazioni costose senza stipendio. Ed in alcuni casi anche voltandogli le spalle. Un mondo abbastanza appiattito indipendentemente dal palmares del pilota, ed in tutta onestà fa abbastanza sorridere quando si fa notare pubblicamente la coppa più piccola, oppure il fatto che nei titoli o negli articoli non ci sia anche il nome del navigatore. Questa è una battaglia che deve partire dai principi di base del lavoro, quindi prima del valore della retribuzione in se, dovrebbe affrontare il tema delle tutele lavorative assicurative e sanitarie.

Share.