WORLD RX, “BATTAGLIA DELLE TECNOLOGIE”

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Come anticipato a novembre, il WMSC ha deliberato che nella stagione World RX 2024 a battersi per il titolo saranno le attuali RX1e a motorizzazione elettrica, e le Supercar a motore termico, confinate in questi due anni nella serie continentale; un passo indietro ribattezzato “Battle of Technologies”, una maniera per salvare capra e cavoli.

Pronunciare le parole un passo indietro lascia sempre l’amaro in bocca, ed è per questo che la proposta di un promotore con le spalle al muro ha cercato di salvare almeno le apparenze trovando un nuovo titolo per la serie come “Battaglia delle Tecnologie”. In pratica per la conquista del titolo si batteranno le attuali RX1e (con le Volkswagen Polo RX1e della KMS e le Peugeot 208 RX1e del team Hansen), e le Supercar protagoniste World RX sino al 2021, oggi impegnate nell’Euro RX. Per cercare di mantenere l’equilibrio prestazionale come alla Dakar e nel Cross Country si andrà ad applicare “Balance of Performance”. Una formula in divenire che prevede anche aggiustamenti in corso d’opera, per consentire a tutti di competere ad armi pari nonostante le differenti motorizzazioni. Regolamento che alla Dakar ha dimostrato tutta la sua efficacia, bilanciando la trazione full elettrica dell’Audi e le motorizzazioni termiche di Toyota e BRX  la stessa. Una decisione obbligata e lasciando da parte l’uso dei termini utilizzati per mitigare la disfatta, si tratta di una strada che andava percorsa quando si è decisa l’introduzione dell’elettrico per tutti. Un introduzione graduale in grado di mettere sulla bilancia tecnologie e budget, invece come in molte altre occasioni si è deciso di andare avanti a testa bassa, ed il risultato è stato disastroso, appena dieci vetture dopo due stagioni. Qualcosa ci sarebbe da dire anche sull’incidente di Lydden Hill, con lo stop immediato alle RX1e, una stagione conclusa con le RX2e, ed oggi si arriva al ritorno delle prime senza la commissione d’inchiesta abbia cavato un ragno dal buco. Più che di una valutazione di pericolosità l’impressione è che si sia agito esclusivamente di impulso, comportamento al quale ci hanno abituato quasi tutti i promotori.

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