Nell’incontro alle canarie tra la stampa il WRC Promoter e la FIA sul futuro della serie iridata, gli argomenti più scottanti sono stati lasciati abbastanza a margine, oppure hanno avuto delle risposte abbastanza elusive, si è invece puntato il dito su un calendario a 15 round con l’ingresso degli Stati Uniti.
Nonostante il calendario a quattordici round fa storcere il naso a molti, se non a tutti, il progetto di un allargamento sul quale sta spingendo soprattutto la WRC Promoter punta a trovare un slot per il rally degli Stati Uniti. Una new entry i cui confini non sono chiari, o meglio si è parlato di un venti ventisei già contrattualizzato, ma contemporaneamente ad essere sotto contratto sembrerebbe solamente il progetto Rally United States 2026, praticamente un precontratto, destinato quindi ad una riconferma. Teoricamente il primo passo su cui si sta lavorando sarebbe un “candidate event”, un edizione zero per il WRC visto che dopo l’edizione Demo del 2022 (un qualcosa di indefinibile per non dire ridicolo), l’anno passato nel mese di giugno è andata in scena un Tennessee Rally USA con partenza da Chattanooga. Almeno si è trattato di una gara vera, ma con appena nove equipaggi al via è abbastanza chiaro che i budget non sono quelli di una candidata al mondiale. L’intenzione del Promoter è quella di portare sul tavolo della FIA, nei mesi di inizio dell’estate, il calendario WRC 2026. Essere arrivati ad inizio maggio senza avere trovato uno straccio di data per il “Candidate Event” è il termometro di un organizzazione ancora in attesa di risposte per dei budget molto probabilmente governativi. Visto che sino ad oggi non si sono intravisti grandi marchi, oppure multinazionali, pronti a supportare il Tennessee Rally USA in maniera consistente. Tutti indizi che non depongono in maniera favorevole ad un eventuale esito positivo della pratica, a meno di un goal in zona Cesarini. A farsi notare in questo momento è soprattutto il grande interesse della WRC Promoter ad avere una gara a stelle e strisce, ed è difficile comprendere dove siano i confini tra un apertura al mercato USA reale, oppure andare a impreziosire il pacchetto Promoter, ed aumentarne il valore sul mercato. Non sono certamente un mistero le trattative per il passaggio di proprietà dei diritti per la promozione dalla società di Monaco di Baviera a una cordata made in Arabia.