TOYODA, RIVOLUZIONE MOTORI

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In un recente evento pubblico Akio Toyoda lancia il guanto della sfida al mondo della mobilità: “un nuovo motore che distruggerà l’industria dei veicoli elettrici”. Svelando i piani industriali del colosso Giapponese impegnata a sviluppare e introdurre un innovativo motore destinato a rivoluzionare il mondo delle automobili.

Morizo, l’attuale presidente della Toyota, dopo circa tre lustri al timone della Toyota nel ruolo di amministratore delegato, non ha perso l’abitudine a calcare la scena, ed a lanciare dichiarazioni provocatorie destinate a scuotere il mondo dell’automobile. Oramai da qualche mese è tornato all’assalto della mobilità elettrica come unica strada per il futuro, e dopo avere sottolineato a più riprese che per il la casa nipponica l’era dei motori endotermici non è finita; ora ha annunciato una svolta epocale, con un nuovo motore. Anche se non si è lasciato sfuggire dettagli o indiscrezioni su questa nuova unità, ma ha parlato di un motore in grado di dare scacco matto all’industria dei veicoli elettrici. Questo va a confermare le critiche mosse dal presidente alla corsa verso l’elettrificazione dei veicoli, una transizione troppo precipitosa le cui ripercussioni economiche e ambientali, ha sempre sottolineato, potrebbero essere devastanti. Dall’accessibilità per tutti, tema che va a toccare la mobilità individuale, una delle grandi rivoluzioni del mille novecento, al conto delle emissioni di CO2 azzerate durante la vita su strada del veicolo, ma ampiamente superate rispetto ad una motorizzazione tradizionale dalla produzione e lo smaltimento delle batterie. Questo senza calcolare i costi infrastrutturali per l’adattamento della rete elettrica (a cominciare dalle colonne di ricarica), a fronte di una produzione di energia elettrica attualmente insufficiente se il bacino delle auto elettriche mantenesse i tempi imposti dalla politica del nostro continente. Da quanto è trapelato in questi primi mesi dell’anno si dovrebbe trattare un motore a idrogeno che “cattura” la CO2, in grado di pulire l’aria dalla CO2. Il “Carbon Capture Engine”, un motore a idrogeno (a combustione interna) sviluppato per intrappolare il diossido di carbonio con l’auto in movimento, tramite un sistema di filtraggio sviluppato con la Kawasaki Heavy Industries. Un sistema oggi prototipale che può essere montato su qualsiasi tipo di motore endotermico, anche quelli attuali alimentati a benzina. Che per ora pare sia sperimentato su una GR Corolla da competizione, ed ha dimostrato di assorbire piccole quantità di CO2, vettura che viene definita dalla casa “Carbon Negative”, ovvero di stare al di sotto della soglia “emissioni zero”. In pratica si tratterebbe di due filtri con catalizzatori ceramici in grado di ripulire l’aria ambientale dall’anidride carbonica. Grazie al calore sviluppato dal motore endotermico le molecole di CO2 vengono dissolte all’interno di un liquido specifico.

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