L’ALTRA FACCIA DEI TEAM ORDER

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Al Montecarlo non c’è stato bisogno di un vero intervento della squadra, quando Ogier si è lanciato a caccia di Neuville e Evans ha assicurato punti e posizione. In Svezia con il ritorno di Kalle i piloti si sono autogestiti e così al giro di boa, in una gara dove Toyota poteva fare il colpo grosso l’unico ancora in corsa è Evans, perfetto mediatore tra velocità e tattica.

L’anno passato quando sono arrivati gli ordini di squadra in Kenya, il solito Rovanpera lanciatissimo a caccia di Ogier (anche se negava appena un microfono gli si parava davanti), ha dovuto inghiottire il boccone amaro e la faccia era bella scura. Assente Ogier parlare di ordini di squadra se non in suo favore sarebbe impensabile, ma gli ordini di squadra non sono solamente lasciare passare un compagno di squadra o non attaccarlo. Nella maggior parte dei casi possono essere consegne come portare la macchina al traguardo, oppure non buttarsi a testa bassa per chiudere una partita, quando il rischio di sbagliare è troppo elevato. Esattamente come nella tappa di ieri quando la nevicata ha reso le strade sempre più insidiose. Da una parte garantiva un vantaggio enorme a chi partiva dietro , ma tutta la neve smossa in una carreggiata strettissima alzava molto i rischi, quindi qualcuno avrebbe dovuto invitarlo ad una condotta maggiormente prudente. Il ragazzo part time o full time in gare come questa in velocità pura è imbattibile, e proprio per questo in quelle condizioni particolari l’unico a poterlo impensierire poteva essere Lappi, che come terza vettura aveva già lasciato intuire non si sarebbe buttato nella bagarre a testa bassa. Una gara facile da vincere che gli avrebbe permesso di tenere le redini della classifica anche correndo pochi rischi, accontentandosi di correre sui suoi avversari, senza alcun bisogno di andare a chiudere la partita già il venerdì. Così non è stato e i sogni di vincere e andare a caccia del mondiale solamente con un programma ammezzato, si sono subito frantumati. Anche questa mattina lo stesso invito ad una guida più difensiva doveva essere dato a Katsuta, se per Kalle si trattava di non avere fretta di chiudere la partita, Takamoto in queste ultime stagioni è cresciuto molto, ma anche se oggi ad Umea riesce a tenere i tempi di Tanak, Rovanpera e Lappi, per farlo è decisamente più al gancio. Tentare di passarlo e stargli davanti è un errore che non si poteva permettere, prendersi qualche rischio in meno non significa amministrare la seconda posizione, basta tenere la pressione sull’avversario e se si presentava l’occasione avrebbe potuto provarci. Tentare la sorte con un avversario più forte, che in quel momento non stava forzando al limite è imperdonabile sopratutto per la squadra, perchè era in lotta per i punti con solamente due vetture.        

CLASSIFICA

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