IRC IL CAMPIONATO DEI CENTO

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La serie privata internazionale made in Italy dopo una prima pirotecnica sulle strade dell’Elba si prepara a mandare in scena il suo secondo atto sulle strade del Taro, ed oltre a fare un elenco iscritti di tutto rispetto (centoventicinque equipaggi), impressiona il campionato che come l’anno passato torna a superare quota cento.

Lasciato Portoferraio l’International Rally Cup ritorna a Bedonia per il Rally del Taro, uno degli appuntamenti immancabili nella serie capitanata da Norcini e Tedaldi. Sulle speciali delle vallate del Taro a darsi battaglia saranno centoventicinque vetture, ma anche quest’anno a fare saltare il banco dei record sono i numeri del campionato che superano quota cento (106 iscritti). Un risultato che non ha pari in tutta Europa, nessun campionato tra quelli organizzati dalle singole federazioni e quelli a gestione privata, dove si paga un iscrizione (poco o tanto che sia), è riuscito a superare le tre cifre. A dare quella marcia in più all’IRC è un montepremi stellare che è arrivato a sfiorare i quattrocentomila euro, una somma di tutto rispetto, ma soprattutto distribuita in maniera sapiente tra le varie classe e raggruppamenti. Una scelta attenta nel dosare i soldi per creare interesse, ma anche nel dare un aiuto proporzionalmente importante nelle rispettive classi. Ma i soldi non sono tutto, Norcini e soci sono riusciti a creare un clima famigliare che negli anni ha cementato i rapporti con tutti i piloti che partecipano, oppure hanno corso anche saltuariamente, ed in maniera particolare sono sempre stati particolarmente attenti alle esigenze di squadre e preparatori. Un dialogo alla base di come sono state disegnate le gare e il campionato. Un esempio di come la serie sia riuscita ad adattarsi ai tempi che cambiano è il numero delle gare, nei primi anni contava sei sette appuntamenti, che ad inizio degli anni dieci sono diventati cinque. Strada facendo gli appuntamenti sono scesi anche a tre gare, per risalire a cinque, ma nelle ultime edizioni ha trovato un suo equilibrio con quattro gare, con sempre presenti sin dalle prime edizioni degli anni duemila il Taro e il Casentino. Le gare hanno sempre proposto chilometraggi importanti, ma negli ultimi anni quando il CIR ha cominciato ad accorciarsi, la lunghezza delle gare IRC si è avvicinata molto, non fosse per i limiti del regolamento del dopo pandemia, sarebbero tranquillamente in linea con quelle tricolori. A dare quel qualcosa in più però non sono tanto i chilometri totali, ma un layout con poche prove speciali dove almeno una o due vanno oltre i venti chilometri. Una ciliegina sulla torta, perché sotto il profilo del piacere e della propedeuticità queste sono capaci di fare una differenza più importante rispetto al chilometraggio complessivo.         

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