Il braccio di ferro sul futuro a breve del WRC continua, e non si registrano passi in avanti, a Porto la riunione tra Federazione, costruttori, promotore e molti organizzatori non ha portato a nulla, un braccio di ferro dove lo scontro è oramai diventato una sorta di tutti contro tutti, con gli stessi costruttori uniti solamente nel rifiutare l’abbandono all’ibrido.
Il detto la mattina ha l’oro in bocca sembra non valere per il WRC, l’attesa riunione tra la FIA, i costruttori, e i soggetti della commissione WRC a Porto, ha approfittato di una gara che partiva di buon mattino per fare l’incontro alle sette del mattino. Un orario ideale per non avere tra i piedi presenze scomode, con la carovana della gara, media e addetti ai lavori compresi, sulle strade della gara lontani da Porto. Una riunione dove era scontato l’ennesimo nulla di fatto, con da una parte Reid a capitanare la squadra federale, con al suo fianco promotore e organizzatori, mentre dall’altra il fronte delle case impegnate nel WRC. Una situazione di stallo con i costruttori schierati per l’ibrido (almeno i tre iscritti al WRC), ma ognuno con i suoi distinguo e se si considera che tra le case ci sono anche quelli che dispongono solamente delle rally2, i punti in disaccordo forse sono anche maggiori di quelli di accordo. I due anni di proroga dell’attuale regolamento tecnico oramai stanno polarizzando l’intera discussione, mentre sembra sparito da ogni discussione il futuro vero quello targato 2027, quello che teoricamente dovrebbe portare nuovi costruttori. Dalla parte federale a restare fermo è il concetto di chiudere la forbice prestazionale tra le rally1 e le rally2, dall’altra ci sono le case del WRC assolutamente contrarie a ridurre troppo questo divario, mentre chi è impegnato solamente sul fronte rally2 non ha nessuna voglia di vedere trasformato un progetto clienti (con i suoi delicati equilibri prestazioni – costi) in una sorta di progetto che non è ne carne ne pesce. Ed anche nel caso si riuscisse a trovare un eventuale equilibrio di prestazioni tra i due gruppi, è chiaro che da una parte si avrebbe una vettura zoppa ma sempre molto cara, dall’altra invece le rally2 vedrebbero aumentare i costi, riducendo la vastissima platea alla quale oggi si rivolgono le rally2. Un nulla di fatto che rischia trasformare Alghero in una sorta di ultima spiaggia, per trovare nuovi equilibri, prima del consiglio della FIA di giugno. Il tempo è sempre meno, ed il rischio di non avere uno straccio di regolamento su cui lavorare, ratificato dal consiglio mondiale, riduce in maniera evidente la possibilità di portare cambiamenti, perché non ci sarebbe il tempo materiale per metterli in pratica e svilupparli sulla strada.