YPRES SOTTO ATTACCO

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Le prime gare ad essere messe in discussione sono state il Turchia, ma ancora di più il Sardegna, attacchi mirati che nella maggior parte dei casi sono partiti da nazioni costrette al palo dalle normative nazionali ma anche da fattori economici molto più spiccioli. Ed ora nel mirino c’è Ypres che deve fare i conti con attacchi sotterranei ancora prima che con il virus.

Nel mondo di oggi dominato dal fair play, dove qualcuno non vede di buon occhio nemmeno i più elementari giochi di squadra, nel nome di una generazione nata nel segno del political correct dove però la maggior parte delle fake sono pilotate e di corretto non hanno assolutamente nulla. Però con una comunicazione decisamente più immediata, chi butta la pietra ha tutto il tempo di nascondersi dietro a notizie che si spargono alla velocità di un click. La prima a finire nel mirino è stata la Turchia, ma in realtà in maniera abbastanza marginale visto che la sua presenza negli anni a venire è già decisamente in bilico. Discorso differente per il Sardegna sul quale si sono insinuati dubbi e sussurri sino dalla fine di agosto, dove di fondato non c’era nulla, ma un’idea di chi li diffondesse si poteva fiutare dal fatto che quasi tutte le voci avevano origine in paesi di lingua aglosassone. Attacchi tutt’altro che gratuiti, perché negli equilibri politici ed economici che andranno a determinare i calendari dei prossimi due o tre anni, avere disputato l’edizione 2020 peserà moltissimo, alla faccia di tutte quelle realtà che hanno gettato la spugna. Ora è inevitabilmente il turno di Ypres, la sua situazione visto l’oggettivo aggravarsi della pandemia a livello Europa è sicuramente più in bilico, ma di li a dare per cancellata una gara fermamente voluta dalle autorità locali, con un mese di anticipo su una situazione in continua evoluzione è poco credibile. Oltre agli attacchi dalle candidature rivali a cominciare da quella Tedesca che oramai ha definitivamente perso il Saarland, ci sono anche quelle di squadre e piloti con chi preferirebbe evitare il round su quegli insidiosissimi asfalti. Ma per avere un’idea più chiara sulla situazione bisognerà attendere la prima settimana di novembre, perché più che la situazione sanitaria Belga (ben più complessa della nostra) potrebbero pesare eventuali provvedimenti a livello europeo sulle sue frontiere interne. Una decisione che però nessuno vuole prendere, nonostante in molte nazioni si sconsiglino i viaggi fuori dai confini nazionali.

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