YPRES CONTRO IL SISTEMA

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C’era una volta la FIA con una serie di federazioni più o meno importanti e gli equilibri sportivi nella stesura dei calendari dipendevano dal potere politico di queste, poi sono arrivati i promoter e le loro richieste in denaro sonante, dove la politica conta ma solo se budget canta. Ma in un sistema che ha visto capitolare anche il Montecarlo Ypres resiste fuori dagli schemi.

Con l’edizione 2019 Ypres Rally celebra il suo terzo anno al di fuori di una serie internazionale, gara simbolo del campionato Belga per anni è stata una delle colonne portanti del campionato Europeo. Una gara che ha sempre sognato il mondiale, ma la difficoltà a inserire un’altra gara Europea nel mondiale, ed una federazione importante ma con un peso specifico troppo basso per pretendere il mondiale l’hanno sempre confinata ai margini del mondiale. Ma a fine anni 90 il mondiale rally si trasforma in WRC e con l’avvento del promoter a disegnare i nuovi calendari, il potere politico è diventato sempre meno determinante a discapito di contratti e dei budget richiesti per la promozione del campionato. Una situazione che portò al lungo braccio di ferro tra il WRC ed il rally Montecarlo, ma nel frattempo la filosofia del promoter a cascata cominciò a replicarsi nelle serie minori come IRC, ERC ecc.. .Ma se all’inizio le richieste corrispondevano ad importanti investimenti comunicativi, con il passare del tempo sono spariti costruttori e gli investimenti si sono ridotti a fronte di una tendenza ad aprire i calendari a gare disposte a maggiori investimenti pur di riuscire ad entrare nei calendari che contano. Una situazione che negli anni ha comunque fatto salire il gettone di ingresso per tutte le gare, comprese quelle con maggiore storia e blasone. Un trend che nel 2017 ha portato Ypres ad uscire dal giro Europeo sbattendo la porta, tre stagioni dove la gara Fiamminga è comunque riuscita a brillare di luce propria, investendo sulla sua immagine incentivando come in passato la partecipazione di piloti e vetture di prestigio. Un braccio di ferro con il nuovo trend della governance dello sport mondiale che ancora una volta da ragione ad Ypres, in grado di mantenere il suo status di gara internazionale di spicco nonostante tutto. Ma che nell’insieme fa male allo sport (dai motori alle discipline atletiche), oramai piegato verso un rinnovamento sfuggito di mano a tutti, in balia dei soli budget.          

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