WRC ITALIA, AMBIZIONI (ROMA) E CERTEZZE (SARDEGNA)

0

Oramai da qualche anno tra il pre e il dopo Sardegna l’organizzazione di Roma capitale è ritornata a fare il filo al promotore, approfittando anche di un momento di stallo federale almeno sino alle elezioni del nuovo presidente ACI. La Sardegna però ha risposto con una delle più belle edizioni della gara Sarda, con un crescente coinvolgimento territoriale.

Il periodo di transizione che sta attraversando ACI e di conseguenza ACI Sport, dietro alle quinte ha riacceso i carboni ardenti nascosti sotto la cenere delle ambizioni iridate del Roma Capitale. Un non dico ma nemmeno nego a livello pubblico, ma che dietro alle quinte viene alimentato con dei sussurri che sui social si amplificano subito. Il ritardo del rinnovo contrattuale che si vocifera potrebbe anche diventare quinquennale, probabilmente è semplicemente legato all’elezione del nuovo presidente di ACI, una finalizzazione che l’attuale commissario Tullio Del Sette per ragioni di bon ton istituzionale preferisce lasciare al nuovo presidente. Addirittura tra i sussurri qualcuno ha messo le mani avanti parlando di un richiesta Romana per spostare la data del WRC made in Italy a settembre per concedere maggiore tempo all’organizzazione di Roma Capitale per un avventura iridata già nel venti ventisei. In realtà verrebbe da dire niente di nuovo sotto il sole, visto che è oramai da qualche anno Max Rendina e suoi uomini non fanno mistero delle loro ambizioni, alle quali non hanno mai rinunciato e continuano a lavorarci. Dall’altra parte però c’è una macchina organizzativa consolidata con la federazione e gli uomini della regione Sardegna che in questi ventidue edizioni hanno saputo tenere degli standard organizzativi altissimi. E quest’anno sono riusciti a tirare fuori dal cilindro una delle più belle edizioni della gara, creando intorno al service di Olbia un villaggio dove si sono fusi sport e spettacolo, avvicinando un pubblico decisamente più generalista, interessato alla portata mondiale dell’evento e meno al rally in se. Una risposta che vale più di mille parole, con una gara nei fatti tra le migliori della serie iridata. La gara laziale, diventata in questi anni uno degli appuntamenti cardini dell’ERC, dalla sua spera di potere giocare la carta del sistema creato dal WRC Promoter di trasformare la serie continentale in una sorta di panchina per il WRC, vedi Lettonia, Polonia e Canarie. A giocare contro però, nonostante gli indiscutibili gradi che a Roma si sono guadagnati sul campo, c’è però l’ostacolo asfalto, con un WRC oramai ingolfato da gare e candidature su asfalto con degli appuntamenti dove il catrame è l’unica possibilità concreta per dare un percorso a gare come Croazia, Central European, ecc.. . Nel caso dell’Italia si tratterebbe di rinunciare ad una gara dove la terra c’è e con pieno merito dalla qualità delle strade, alle competenze organizzative, ed al momento delle decisioni bisognerà fare i conti con questi dettagli che contano quanto i budget.

Share.