Ogni tre per due parlando di Nuova Zelanda c’è chi torna a calcare la mano sul numero degli iscritti, appena 28, ma in realtà non si capisce, se non per amarcord, perché in molti siano rimasti così legati agli elenchi a tre cifre, visto che siamo dall’altro capo del mondo ma in Kenya e in Estonia gli iscritti erano solamente 14 in più.
Uno degli argomenti dei social continua ad essere il numero degli iscritti nelle gare WRC, ed in particolare questo trova molti support tra chi sostiene un Euro WRC, dimenticandosi che il mondiale deve essere tale. Vista la storia dei rally è giusto il baricentro della serie si concentri nel vecchio continente, ma ci sono gare come Nuova Zelanda, Argentina e Kenya che fanno parte della storia dei rally, e per storia e fascino hanno più diritto di essere nel WRC rispetto a molte new entry europee. In realtà i lunghi elenchi iscritti di una volta fanno a pugni con le esigenze del mondiale attuale, con strade che sulla terra si sfasciano e sull’asfalto si sporcano, ma soprattutto a quelle televisive e dello streaming con i tre quattro minuti che vengono dati al plotone dei migliori, che allungano di molto i tempi in gare dove spesso la testa morde la coda. Inoltre una volta avere un lungo elenco aveva un suo senso per i piloti gentleman che potevano dire di avere finito una gara del mondiale, oppure per quelli che volevano mettersi in luce e per un organizzatore per fare cassa. Oggi i budget del mondiale si sono moltiplicati esponenzialmente, a fronte di un apporto marginale derivante dalle iscrizioni. Mentre per i piloti amatoriali tra balzi e balzelli i costi di una gara si sono moltiplicati per due oppure per tre, a fronte di un azzeramento mediatico rispetto alle serie support. Restando sull’argomento iscritti, in Nuova Zelanda c’è però una gara nazionale che conta su quarantacinque vetture (AP4 e altri gruppi dell’Asia Pacifico), ed a differenza di gare Europee come Finlandia, e Estonia dove si trattava di gare short (una tappa e anche meno) ad Auckland la tabella di questa gara nazionale ricopia esattamente tempi e distanze delle prime due tappe. Ed a restare fuori sono solamente i trentuno chilometri della tappa finale. La crociata di chi critica le gare guardando solo una faccia della medaglia, necessita quindi di essere ricalibrata ai tempi e a come sono cambiate oggi le gare, ma in primis dovrebbe tenere conto di gare come la nuova Zelanda dove si costruiscono gare parallele di ottimo spessore nazionale.