UN TARO A RITMO DI ROX

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Luca Rossetti irrompe nell’IRC conquistando subito una vittoria di forza, anche se al fotofinish, per tre decimi, sul brillante Alessandro Re. Per Sossella, all’esordio sulla Hyundai, il brodino di un bronzo, mentre il campione in carica Corrado Fontana parte con il piede sbagliato e capotta subito.

Tre decimi. Un’inezia, ma anche un abisso. Solo tre decimi separano Luca Rossetti da Alessandro Re alla fine di un Rally del Taro come sempre avvincente ed imprevedibile. Divario impalpabile (non è una novità: cinque anni fa i primi due chiusero divisi da due decimi), ma sufficiente a marcare una netta differenza. Perché se a vincere un rally è una vettura di classe R5 – nella fattispecie, la Skoda Fabia di Rossetti-Mori -, ai danni di una WRC (la Citroen DS3 di Re-Ciucci), allora è chiaro che la differenza è tutta farina nel sacco dell’equipaggio. E così è, senza sorpresa, al rally del Taro, prima delle tre tappe dell’International Rally Cup 2016.

A spuntarla, dunque, è Luca Rossetti. Il quale non fa in tempo a fare il suo ingresso nel campionato e subito si ritrova davanti a tutti  (succede nella seconda prova, quando Corrado Fontana pensa bene di mettersi la sua Hyundai i20 per cappello); leadership che Rox non mollerà più, nonostante qualche errore nella fase centrale di gara nella scelta degli pneumatici e di assetto. Il talento e l’esperienza del friulano fanno tutta la differenza del mondo e nulla può, alla fine, nemmeno il generoso figlio d’arte Alessandro Re, capace di far suoi quattro scratch (contro i tre di Rossetti).

Dietro di loro, sorride a denti stretti Manuel Sossella: dal debutto sulla i20, il vicentino in passato tre volte re dell’IRC si sarebbe aspettato di più. Invece, arriva un terzo posto che di buono lascia solo i punti in classifica e l’esperienza maturata in gara, non certo la sgradevole sensazione di un Sossella mai in grado di impensierire seriamente i due rivali per il successo finale. Dietro, medaglia di legno per Michelini-Perna (DS3-R5), con il toscano a brontolare per qualche scelta errata d’assetto, poi la Fiesta-WRC di Cresci-Ciabatti, la Mini di Chentre-Florean, l’altra Fiesta (R5) di Freguglia-Vozzo, quella WRC di Dal Ponte-Danese e l’altra R5 di Ambrosoli-Viviani; chiudono la top-10 gli scatenanti locali Federici-Bardini (Peugeot 306-K10). Tra i tanti ritirati di una gara difficilissima a causa delle condizioni meteo, anche gli opachi Re-Bariani (DS3-R5) e Colombini-Ferrara (Skoda-R5).

Rovatti-Catone (Renault Clio) stravincono il trofeo R3C, Pellegrineschi-Cunico (Twingo) quello di classe R2B, mentre il Corri con Clio va nelle mani di Bigazzi-Briano. Il rally Nazionale premia invece D’Arcio-Romei (Peugeot 207-S2000), che s’impongono con buon margine sui vincitori del 2015 Zanni-Incerti (Clio-A7) e sulla Clio-R3C dei locali Brugo-Bevione.

Ottima la risposta degli iscritti (151) a questa prima uscita stagionale dell’IRC: il mini-calendario di tre gare ha probabilmente invogliato molti concorrenti a puntare su questa serie che, in ogni caso, resta nel complesso quella di riferimento per chi volesse cimentarsi nelle gare su asfalto in Italia.

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