UN MONTE DI PAURE

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Sino ad oggi i diretti interessati al WRC: federazione, promotore, squadre e attori protagonisti hanno incensato le nuove Rally1 prestazioni e qualità quasi miracolistiche. Ma la realtà che si può leggere tra le righe è tutt’altra cosa, ed un esempio lampante sono le feroci critiche al percorso del Montecarlo.

I ritardi accumulati dall’assegnazione del bando per la componente ibrida ad oggi sono davvero tanti, troppi per essere giustificati solamente con i problemi di approvvigionamento legati alla pandemia. Nei commenti degli interessati raramente si sono levate voci critiche, vuoi per non scontentare la forte volontà della FIA di andare a chiudere un gap tecnologico in ritardo almeno di due lustri, dall’altra la necessità di vendere ai propri board un regolamento che ufficialmente va a braccetto con l’evoluzione della mobilità ma le soluzioni individuate fanno acqua sotto troppi profili. Lasciando per un attimo da parte gli echi di M-Sport, troppo entusiastici per essere credibili, sotto le tende di Toyota e Hyundai i commenti sono stati pochi e tutto sommato istituzionali, con l’accento più tecnico posto sulla tabella di marcia dei test che sta procedendo a tambur battente e permetterà di arrivare puntuali all’appuntamento di gennaio 2022. In realtà se ancora oggi non sono chiari i termini di utilizzo del motore elettrico in trasferimento e men che meno in speciale dove a quattro mesi dal debutto si brancola nel buio più totale, per rispettare l’appuntamento occorrerà un grande compromesso al ribasso. La componete ibrida al debutto rischia di essere poco più di una zavorra e non è ancora da escludere l’ipotesi dei più maliziosi che per mantenere alta la performance si dia qualche millimetro in più alla flangia. Le dichiarazioni più aderenti alla realtà sullo stato delle cose sono quelle che sempre più insistentemente si sentono sul percorso del Montecarlo, criticato prima da Ogier e poi molto più duramente da Adamo. L’idea di disputare le prime due tappe con una sola assistenza serale sta mettendo una paura fottuta a tutti, una scelta abbastanza simile a quella dell’Acropoli dove sono andate in scena due sezioni di novanta chilometri senza assistenza. Al monte invece una è di novanta e l’altra di centoventi, una distanza importante ma che senza assistenza è la stessa della tappa dell’Arganil (ma con un fondo molto più duro e impegnativo). Un bel risparmio per tutte le squadre ufficiali visto che le assistenze ridotte ad un solo flexi serale permettono di dimezzare il personale. Una scelta quella del Monte quasi obbligata, per riuscire a dare respiro ad un percorso che altrimenti con il service a Monaco si avviterebbe su sé stesso. Ma più passano i giorni, ed il conto alla rovescia comincia a stringere, la paura di figuracce la fa sempre più da padrona in contraddizione con tutte quelle dichiarazione che incensano la nuova era delle Rally1.

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