TURCHIA FORMAT BY TOYOTA

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Il Turchia si presenta con un format che va a dare una mano alla Toyota, non è chiaro sino a che punto rivisto in maniera intenzionale o meno, ma dopo un Estonia che ha messo in campo un format pro Hyundai è abbastanza evidente che questo WRC che alcuni appassionati ritengono sminuito nei suoi valori è forse il più ambito degli ultimi anni.

A pensare male spesso si passa per complottisti, ma mette a fuoco la realtà, ed in questo mondiale partito in maniera assolutamente claudicante, non sorprende che con il liberi tutti dato dalla FIA pur di consentire la ripartenza e non ingessarsi su dei format che potevano creare problemi, si creassero strane situazioni. Quando Makinen ha contestato l’Estonia perché gara dove i piloti Hyundai avevano maggiore esperienza forse ha sbagliato bersaglio, perché questo è un problema di ogni new entry. Cosa assolutamente differente è stato il format con 233 chilometri suddivisi in appena tre sezioni di gara, una decisione che in termini pratici ha favorito chi partiva dietro penalizzando in maniera più forte chi apriva la strada. Un format che si può anche considerare fortuito, ma visto che quando è stato disegnato si conoscevano gli ordini di partenza non intravedere un pizzico di malizia è abbastanza difficile. Certamente nel caso Turchia non era noto quale sarebbe stato l’ordine di partenza, ma andando a naso era facile immaginare che nei primi tre a passare sulla strada ci sarebbero stati Ogier ed Evans. Così la gara di Marmaris nonostante i chilometri siano scesi a 221 è stata divisa in cinque sezioni, come l’anno passato, con la sezione del venerdì ridotta ad appena 25 chilometri, una decisione che riduce di molto il dazio che dovrà pagare chi si trova a svolgere l’ingrato ruolo di apripista. Una soluzione che tutto sommato noi riteniamo più giusta in senso generale, ma non vedere della malizia anche in questo è da paraocchi. E’ chiaro che in un mondiale al bivio con una vettura nuova da deliberare per il 2022, non conta nulla quante gare si corrono, o la qualità di queste, a contare è solo il titolo. Ed in fatto di colpi al limite della regolarità questi non sono certamente i peggiori, certamente il fairplay di inizio anni duemila (lasciateci aggiungere falso) sta andando in cantina, ma questo aggiunge ancora più pepe alla competizione.

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