TROPPO EXTREME.E

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La lunga presentazione del nuovo challenge Extreme.E sta tenendo banco da circa un anno, ma dopo avere svelato il suo format è difficile trovare qualche similitudine al cross country a cui si ispirerebbe, troppo estremo o se vogliamo troppo avanti anche per le menti più aperte, poco centra la motorizzazione ma una interpretazione esageramente show dello sport.  

L’idea di base aveva un suo fascino, anzi era decisamente stimolante, anche se le linee dell’Odissey 21, ovvero il buggy a motorizzazione elettrica protagonista della serie, risultavano abbastanza anonime, ed esasperatamente sportive. Ottima anche l’idea di andare a correre in quei paradisi naturali come il Lago Rosa in Senegal, Al-“Ula” in Arabia Saudita, Nepal, Groenlandia e nel Parà in Brasile, un interessante versione di approcciarsi al cross country in maniera completamente green. Qualche dubbio è cominciato a sorgere il passato autunno quando a svolgere le prime sessioni di test si sono passati il volante dell’Odissey 21 i fratelli Hansen protagonisti del World RX. Quando poi è emerso a grandi linee il format di questo campionato, una sorta di sfida a coppie (stile il doppio misto del tennis) su un tracciato di 6/10 chilometri, con sfide dirette che determinano il passaggio dei primi quattro alla fase finale ad eliminazione diretta (vedi Americans Cup), è abbastanza evidente che siamo lontani anni luce dal cross country a cui pare si sia ispirato Agag, ideatore della serie (patron della Formula E). Con tutta la fantasia e buona volontà del caso è davvero difficile intravedere elementi di collegamento al mondo dei raid, se mai ci potrebbe essere qualche somiglianza con il rallycross. Che sia pure in maniera snaturata avrebbe un suo perché, e magari riuscirebbe con delle vesti calate sulle vetture, come sulle super car del WRX ad attirare qualche costruttore. Impresa impossibile su un buggy simil Dakar. Per non parlare degli sviluppi tecnologici traslabili sulle vetture di serie, purtroppo inesistenti o quasi anche perché a questo punto è chiaro che si va ad utilizzare una tecnologia elettrica in grado di fornire grandi performance ma in tempi relativamente brevi, che non aprono certamente una nuova frontiera.  

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