TODT TIRA LE ORECCHIE ..

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Come ampiamente anticipato il sabato pomeriggio l’organizzazione Svedese per salvare la power stage ed il suo orario televisivo ha dovuto tirare un colpo di spugna sul primo passaggio della Likenas, ma questa volta a tirare le orecchie agli organizzatori nel service park c’era Jean Todt che dopo gli elogi di rito ha chiesto certezze per il futuro.

Con le previsioni che hanno mantenuto il rialzo termico previsto per il sabato, cielo coperto compreso, a fine pomeriggio sul service è arrivata con un po’ di anticipo anche qualche goccia di pioggia, quella prevista per la notte, domenica compresa. Così come ampiamente previsto è stato tirato un colpo di spugna sul primo passaggio, per evitare di mandare in scena una power stage all’interno di un probabile pantano. La settantesima edizione del rally Svedese tra un amputazione e l’altra vede così il suo chilometraggio ridursi ad appena centocinquanta chilometri, una gara dimezzata ridota nel chilometraggio a poco più, poco meno di un rally valevole per un qualsiasi campionato nazionale. Cancellarla come nel lontano 1990 sarebbe stato uno schiaffo per l’immagine del WRC, degli organizzatori e del Promoter, e tutto sommato anche in versione sprint qualche emozione l’ha regalata comunque dando ragione a chi si accontenta del piuttosto meglio del niente. Peccato che dietro le quinte ci sia un enorme vizio di fondo quello di una gara che dagli anni novanta (alla faccia dei cambiamenti climatici) ciclicamente propone delle edizioni a fortissimo rischio, con degli organizzatori che però non hanno mai preso in considerazione di spostarsi più a nord. Prima contando sulle sue forti entrature Federali e poi firmando quegli accordi triennali con il promoter senza battere ciglio, mentre in molti faticano a fare dei rinnovi annuali. Al Service di oggi c’era però anche il presidentissimo Todt: da buon politico ha avuto parole di elogio per tutti per avere salvato in qualche maniera la gara, ma in maniera ferma ha richiesto a tutti un piano adeguato per gli anni a venire. Sottolineando che questo era già stato richiesto molte altre volte, visto il suo intervento nella stesura del calendario 2020 c’è da sperare che metta una volta per tutte entrambe le parti, organizzazione e promoter davanti all’evidenza di una gara che deve essere preservata, ma che dovrà fare qualcosa in più del poco o niente fatto in questi ultimi trent’anni.  

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