TESI DI LAUREA ADRIATICA

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Anche se lo sterrato non è certo il fondo predominante nella corsa al titolo tricolore, ma visti i sottili equilibri emersi, potrebbe essere l’elemento in grado di spostare l’ago della bilancia. Come potrebbero esserlo le new entry straniere dalle mire iridate, impegnati a dare la prima tesi di laurea Italiana, vera.

Il CIR si avvicina a quota tre, e sulla terra Marchigiana dell’Adriatico si potrebbero ancora spostare gli equilibri di un campionato che di indicazioni così precise e nette non ne ha poi date tantissime. Se non che i magnifici tre Andreucci, Basso e Scandola, viaggiano una spanna sopra la concorrenza. L’unico ad essere riuscito a metterci il becco è stato Perico, che però sulla terra non si trova e senza farsi troppe paranoie questa volta ha preferito passare la mano. Per cui il tema è scontato con un tutti contro tutti, Andreucci in pole, ma a Sanremo ha dovuto sudare sette camicie, con la Fiesta di Basso gli ha sempre alitato sul collo. Per non parlare della Fabia di Scandola, la nuova R5 che si fa attendere, la terra potrebbe essere l’occasione mettere una pezza al gap prestazionale della sua S2000. L’Adriatico però propone una doppia tesi di laurea per i due stranieri che hanno lanciato la loro candidatura tra i pretendenti al successo finale. Il primo è il Francese Chardonnet, anche se nato sull’asfalto, nel mondiale di terra ne ha mangiata, ed è la prima occasione per tentare di battersi con i magnifici tre. E rilanciare così le azioni internazionali, in una gara in cui qualche anno fa con la DS3 R3T si lasciò alle spalle Campedelli. Ma sopratutto c’è l’incognita Skoda di Teemu Suninen, ragazzo giovane che va forte, passato agli altari delle cronache grazie all’ingaggio Toyota, per macinare chilometri sulla nuova WRC. L’età è dalla sua e non si discute, ma i risultati non sono da fare impallidire, compreso il successo nel WRC 3 in Finlandia. Si la gara è in vista del Portogallo, ma più che un test sarà un esame vero.

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