TANAK SQUALIFICA CON CONDIZIONALE

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Come se non bastasse il covid-19 a questo Montecarlo il collegio dei commissari si è dato un bel po’ da fare, ma anche questa volta a fare acqua non sono le decisioni in se quanto dei regolamenti discutibili. A fare forse più rumore è l’ultima decisione inflitta a Tanak con la squalifica che non lo squalifica.

Quando arriva la mannaia della giustizia sportiva la platea degli spettatori e addetti ai lavori si divide in due fazioni pro e contro e non poteva essere diversamente nel caso di Tanak perché la decisione è di quelle che fanno rumore, squalifica per una gara. Una pena durissima che in realtà va a dare una maschera seria ad una semplice tirata di orecchie, visto che la pena è stata comminata, ed allo stesso tempo mandata in sospensione a meno che Ott ripeta l’infrazione nel corso di questa stagione. Eppure il regolamento è chiarissimo, ed anche le ragioni che sono alla base di questa norma che vuole andare ad evitare che nei trasferimenti la polizia vada a fermare vetture su tre ruote poco conta se c’è ancora il cerchio, oppure se è stata tirata via l’intera sospensione. Il pilota Estone quando ha iniziato quella sezione ha accettato il rischi di imbarcare una sola scorta, era cosciente che con una doppia foratura avrebbe dovuto fermarsi conclusa la speciale, cosa di cui era a conoscenza anche la squadra. Dopo avere chiuso la prima speciale di giornata sul cerchio, chiudere la seconda stage nuovamente su un cerchio era evidente che non c’era più una scorta o la possibilità di andare avanti. Invece appena fuori della speciale si è fermato, ha trafficato sulla vettura in una sorta di pantomima (andando a sostiure nuovamente la ruota), per poi riprendere la sua marcia verso Gap, quello che fa più specie è che la squadra non lo abbia fermato. O perlomeno per tentare di salvare la faccia gli poteva andare in contro per sporgergli una ruota, ed all’ingresso consegnare la tabella puntando il dito contro il paradosso di questo regolamento. Invece incomprensibilmente sono andati incontro a sicura sanzione, con il rischio di incappare veramente in qualcosa di pesante per lui, ma anche per la squadra che chiaramente sapeva cosa stava facendo, a fronte di una situazione oramai compromessa. Risulta quindi incomprensibile l’indignazione di chi non ha mancato di manifestare pubblicamente il suo dissenso per una squalifica, che però non era tale. Forse sarebbe veramente ora di mettere il dito nella piaga dopo i casi di Solberg (ignorato) e Nil Solans (squalificato) nell’ERC per la medesima infrazione. Se l’obbiettivo è non avere vetture claudicanti sulla strada aperta al traffico, per evitare imbarazzi nel caso la vettura venga stoppata dalla polizia con tutto quanto può comportare questo (sequestro del veicolo compreso) le vie sono solamente due. Consentire di ricevere una scorta da una assistenza esterna, in una zona dedicata, previo una penalizzazione sullo stile rally2, oppure comminare sanzioni esemplari, perché sino ad oggi si è difronte ad una regola “stupida”, che nei tre casi citati Solberg, Solans, Tanak non ha assolutamente evitato il problema, ma ha esaltato lo spirito del provarci comunque.

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