SKODA FABIA ANDROS

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Alla scoperta delle sensazioni al volante di Ivan Carmellino della Skoda Fabia Andros a quattro ruote sterzanti.

“Partiamo dal primo elemento ovvero la facilità di guida. Quello che prima di salire sulla vettura ti viene ripetuto allo sfinimento. Diciamo che è molto simile a quanto accade sulle vetture da corsa vere, con tanta cavalleria e prestazioni elevatissime. Se la prima presa di contatto è a velocità ridotta, è difficile da comprendere quando e come utilizzare con profitto la doppia direzionalità, che entra in azione quando con il volante raggiungi un certo grado di sterzata. A quel punto la vettura corregge bruscamente il posteriore, e ti cambia tutti i parametri di guida che si è assimilato in anni di vetture tradizionali. Quando poi si comincia a mettere giù il piede sul serio le cose cambiano. La vettura diventa decisamente più facile, perché soprattutto nelle curve in sequenza, oppure in quelle lunghe da fare in due tempi, la direzione posteriore attenua la derapata posteriore. Permettendo una linea più pulita che si può controllare in piena accelerazione. Quindi si riducono le correzioni, dando maggiore fluidità alle intraversate, e soprattutto aumenti sensibilmente il periodo di accelerazione, e quindi si scarica potenza a terra la dove con una vettura tradizionale non è possibile. Queste sono le prime sensazioni che si percepiscono, ma per comprendere appieno tutto il potenziale delle quattro ruote direttrici o si consuma il ghiaccio, oppure per accorciare i tempi si sale di fianco a chi le sfrutta al 100% come Benjamin Rivière. Perché nelle curve più chiuse come i tornanti secchi, ed in impostazione quando si arriva da dritto, con un colpo di volante si ottengono effetti come tirare il freno a mano.”

“Dopo averla condotta in test e poi in gara, non ho dubbi nell’affermare che le Shiluette, e nel caso specifico la Skoda Fabia, sia la Formula uno del ghiaccio. Però contrariamente a quanto si può pensare, non si tratta di un missile terra aria. Sui proto Italiani la cavalleria è decisamente superiore. L’erogazione della potenza è differente principalmente a causa del turbo, ma tutto sommato sotto questo profilo si equivalgono. A fare la differenza sono due elementi: sospensioni e le quattro ruote direttrici. Sospensioni e trasmissione sono un connubio perfetto che permette di trasferire tutta la potenza al suolo, e sotto quest’aspetto, le vetture da ghiaccio made in Italy, pagano davvero tanto. Le quattro ruote direttrici sono un vantaggio indiscutibile, danno una guidabilità alla vettura unica. Ed in particolare rendono più facile guidare di traverso, elemento fondamentale per fare i tempi su questo tipo di fondo. Facilitando la vita soprattutto a chi è meno dotato tecnicamente. Perché certi automatismi vengono quasi naturali, senza la necessità di andare a cercarli in maniera esagerata. Negli ultime test ho ancora avuto la possibilità di guidarla con le nuove evoluzioni ed ho avuto l’impressione che le quattro sterzanti in certe situazioni particolari, come in certe uscite seguite dal dritto, traggano in inganno, o per usare un eufemismo ti traggono in tentazione. Il pregio di avere il posteriore che copia sempre, e ti aiuta a tenere dei traversi perfetti, ti porta a guidare in costante accelerazione. Con i proto tradizionali bisogna prestare maggiore attenzione a buttare giù il piede in linea, in maniera da non esagerare con intraversate inutili. Mentre con una quattro sterzante sei sempre in linea, ed è quindi automatico tenere il motore sempre alto. Ma uscendo da una curva a bassa velocità su un dritto, anche se la vettura è in linea, ai massimi regimi è normale perdere qualche frazione di secondo in patinamento. Mentre se in quelle circostanze non ti lasci tirare dalla sua perfezione, ma ti compassi per andare a cercare la trazione su una vettura normale forse non paghi vista e orecchio, ma il cronometro scende.”

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