SARDEGNA, LA POLITICA A DIFESA DEL WRC

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I movimenti registrati nel fine settimana con il Roma Capitale tornato a caccia dello slot del WRC made in Italy, ha sollevato un imponente levata di scudi di tutta la politica regionale e locale della Sardegna con il vice presidente regionale Giuseppe Meloni e i due sindaci di Olbia (Settimo Nizzini) e Alghero (Raimondo Cacciotto), schieratisi pubblicamente a difesa del rally.

La polvere del rally di Sardegna si respira ancora nell’aria, ma il polverone che ha sollevato lo sgomitare del Rally di Roma Capitale, ha praticamente compattato l’intera politica Sarda dalla sinistra alla destra. Nessun distinguo tra i differenti schieramenti, ma una sola parola d’ordine “il rally non si tocca”, la dimostrazione pratica dell’indissolubile legame che in questi anni si è cementato tra il territorio, ed oltre venti edizioni dell’appuntamento Italiano con il WRC. Un legame che andare a spezzare oggi sarebbe un vero peccato, da una parte per l’accoglienza che l’isola ha riservato nelle sue ventidue edizioni, dall’altra per la qualità organizzativa raggiunta dallo staff capitanato da Antonio Turittu. Così appena le pressioni di Roma sono uscite palesemente allo scoperto, i vertici della regione, nella persona del vice presidente Giuseppe Meloni, hanno dato una risposta fermissima a mezzo stampa a ribadire la ferma volontà di mantenere il WRC sugli sterrati dell’isola. Ed a rincarare la dose è stato seguito ieri dalle dichiarazioni dei primi cittadini di Olbia, Settimo Nizzini e Alghero Raimondo Cacciotto, le due cittadine che a turno sono sede di tappa. Entrambi hanno invocato l’aiuto di tutti i parlamentari della Sardegna (visto che i due sindaci sono schierati su due fronti politici differenti), ed è abbastanza chiaro dopo tutti questi interventi che nessuno in Sardegna è disposto a cedere la gara senza combattere. Oltre a questa volontà politica i nuovi vertici ACI Sport dovranno fare i conti soprattutto con la realtà pratica, ad oggi in Italia, ma anche in Europa un patrimonio di strade bianche come quello della Sardegna è quasi impossibile da trovare, tra le strade pubbliche a quelle dei cantieri forestali si potrebbero organizzare per tre anni o più dei tracciati con delle prove cronometrate completamente differenti da una all’altra. Ed ha questo proposito è debito sottolineare l’importante numero di speciali lunghe (oltre i venti chilometri) nel layout della gara, dove in passato sono state ricavate delle prove a cavallo tra i quaranta e i cinquanta chilometri.

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