SAFARI GUERRA DI CONTRATTI

0

La questione del Safari da un mese a questa parte ha proposto uno spettacolo poco edificante, con una guerra sotterranea tra l’organizzazione, ed il promoter del WRC, per lasciare il cerino nelle mani della controparte nella speranza sia l’altro a dovere chiedere la rottura del contratto.

La logica avrebbe voluto che da Nairobi già in aprile si optasse quanto meno per un rinvio, in virtù di una situazione logistica internazionale al limite dell’impossibile, con le frontiere ad oggi blindate ed un eventuale apertura estiva con l’Africa impensabile senza l’applicazione di quarantene in andata, ed al ritorno. E’ evidente che in Kenya non si vuole contemplare la parola rinvio, probabilmente perché anticamera di cancellazione. Ma quando ad inizio aprile i team hanno espresso la loro contrarietà alla trasferta, troppo stretti e complicati i tempi tecnici della logistica in periodo di lockdown. Ma soprattutto troppo alto il rischio sanitario per i propri dipendenti, nel caso di contagi o problemi sanitari manderebbero la casa costruttrice incontro a problemi legali non indifferenti (visto che in questo momento non esistono assicurazioni o forme assistenziali disposti a rispondere per una trasferta del genere). Gli uomini del Safari si sono resi subito conto che non si trattava di una minaccia, ma che il rischio di non avere al via le squadre iscritte la WRC è una certezza. La reazione di puntare i piedi ha però preso tutti in contropiede a partire dal promotore, che ad oggi non ha avuto la forza per imporre una decisione, dando l’impressione di temere qualche rivalsa per un contratto non rispettato. Così tutto è rinviato a metà maggio quando il governo Kenyota prenderà una decisione sui tempi di un eventuale riapertura delle frontiere, una posizione insostenibile per una trasferta di questo genere. Ma nel caso di una decisone che non metta la parola fine a questa brutta pagina (di una cancellazione già decisa) si rischia un’autentica farsa, un’altra situazione di imbarazzo alla quale dovrà andarci a mettere una pezza Todt, da sempre sostenitore del ritorno del Safari. 

Share.