RAC TRA STORIA E AVVENTURA

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Il Roger Albert Clark Rally andato in scena nel fine settimana che ci siamo appena lasciato alle spalle, ha proposto una gara che è andata ben oltre la dimensione del rally storico, ma è riuscita a mettere l’accento sulla componente avventuristica che era parte integrante del fascino dei rally. Dimostrando che “si, può, fa-re!!!!”

Il Roger Alber Clark Rally, è un omaggio al mitico driver britannico venuto a mancare nel 1998, ma è anche un sotterfugio all’italiana per arrivare (grazie all’acronimo) a rievocare il RAC Rally, una delle gare più affascinati del mondiale. Ed il suo percorso è una perfetta riedizione del RAC degli anni Settanta, ottanta, novanta; cinque tappe, cinque giornate, cinquecento sessanta chilometri cronometrati spalmati su trentuno speciali. Un programma che parte dalla Scozia, passando per la leggendaria Kielder Forrest alle speciali gallesi, unica esclusa la pancia dell’Inghilterra con le sue Mickey Mouse nei parchi di tenute e castelli. Tutto quello che oggi ci spergiurano non sia più possibile, perché non compatibile con l’evoluzione che c’è stata nel nuovo millennio, eppure il RAC è tutto questo, ed è riuscito a mettere assieme un elenco partenti con ben cento trentanove equipaggi con vetture da regolamento limitate alle due ruote motrici. Con le Ford Escort a farla da padrone quantitativamente e qualitativamente, unica eccezione nella top venti la Porsche 911 Carrera RS 3.0 di Ryan Champion Ryan e Craig Thorley che sono riusciti a vincere con una cinque giorni a un buon ritmo ma senza esagerazioni. Eccessi che nella tappa finale hanno mandato al tappeto le Escort che comandavano la gara di Paul Barrett e Osian Pryce. Scorrendo le classifiche, ed i freddi numeri nel quale si riassumono tutti i ricordi di una gara, a colpire l’occhio è stata una terza tappa completamente cancellata a causa del maltempo. Ed andando a cliccare a destra e manca abbiamo trovato immagini che pensavamo di avere seppellito per sempre, con tanto fango e una tormenta di neve che ha imprigionato a Kielder qualche concorrente, ma soprattutto la carovana organizzativa dai marshall ai mezzi di soccorso, agli stessi spettatori. Con molti alberi caduti a rendere ancora più complicata una gara che è già un’avventura per il fango e il ghiaccio che nella scozia sulla terra continuano a farla da padroni come negli anni Ottanta. Esattamente il RAC di cui ci siamo innamorati e con un manipolo di amici non ci siamo voluti perdere nemmeno nel 1996, quando la gara valeva solamente per il due ruote litri. La gara Britannica ha dato un senso vero alla dimensione che dovrebbero avere i rally storici, ma soprattutto è la prova tangibile che contrariamente a quanto qualcuno sta ostinatamente continuando a spacciarci tutti i cambiamenti come irreversibili; “si, può, fa-re!!!!”.

CLASSIFICA

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