QUALE MERCATO PER LE RALLY3?

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Da quando il fotoreporter Francesco Morittu ha immortalato i primi passi della rally3 di M-Sport, la prima vettura di una nuova classe di vetture promossa dai nuovi regolamenti tecnici FIA, questa nuova generazione di trazioni integrali di primo approccio è riuscita a ritagliarsi un suo spazio mediatico, ma quale sarà la sua fascia di mercato resta un punto interrogativo?

In origine la rally3 è stata pensata come vettura di primo approccio al mondo delle quattro ruote motrici, una macchina dai costi più contenuti ed abbordabili per i concorrenti, un’opportunità per i costruttori per trasformare le loro rally4, in vetture a trazioni integrale. Ma da cosa sta emergendo in questo anno zero delle rally3 è stata fatta una apertura anche a quelle vetture che nascono con la trazione integrale come la Yaris GR, oltre a consentire maggiori variabili sulla componente motore che è stata aumentata sino ai propulsori di 1600 cc. E’ quindi abbastanza chiaro che si tratta di una classe in divenire, i cui contorni non sono vincolati ma ancora da disegnare. Ed a definire esattamente il segmento di mercato nel quale andrà ad inserirsi la rally3, potrebbero essere proprio questi sviluppi. Considerato che il 70% delle gare europee si corre su asfalto, uno dei vincoli teorici di questo gruppo, il rapporto peso potenza, 5,6 Kg/Hp, con un limite teorico di 210 cavalli, prestazionalmente pone le rally3 alle spalle delle rally4 proprio sulle superfici catramate. Ed il mercato Europeo dei rally è quello che maggiormente interessa le case costruttrici, non a caso per il momento le case Francesi non hanno mostrato interesse nel programmare un kit a trazione integrale per le loro rally4. Una scelta che fa di conto con una realtà che ad oggi ne limiterebbe in maniera importante la loro fetta di mercato, perché sia pure di poco i costi di questa sono inevitabilmente superiori a una rally4, ma sull’asfalto asciutto con soli 210 cavalli pagherebbero dazio ad agilità e scatto delle tutto avanti, che a cavalleria oramai sono da quelle parti. La penetrazione però non sarà semplice nemmeno sulla terra, se non con trofei mirati nelle serie internazionali. Perché nelle serie nazionali ogni realtà ha già creato un suo surrogato a trazione integrale, le AP4 nelle Americhe e in Asia Pacifico, le N5 in Europa. Vetture dai costi simili o di poco superiori, ma in grado con 40/50 cavalli in più di essere competitive anche sull’asfalto, ed al tempo stesso divertenti come le più potenti R5. In un futuro prossimo non ci stupirebbe assistere ad un cambiamento nel rapporto peso potenza, che con l’apertura ai motori di un litro e sei potrebbe garantire una dose supplementare di cavalleria senza incidere in maniera significativa sui costi gestionali del motore.

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