POLARIZZAZIONE MANCATA

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Il tanto atteso debutto della nuova Polo R5 è stato effettuato in perfetto stile Volkswagen con un dispiego di forze davvero notevole, con un’unica pecca, quella di una formazione quantomeno discutibile, a volere pensare male ottima per scarica barile, Camilli invece è stato all’altezza su entrambi i fondi, Petter positivo ma con i limiti della lunga assenza.

Sino ad oggi il tocco magico di Hannover aveva sempre funzionato, con delle prime esaltanti in grado di lasciarsi tutti dietro o quasi, in un certo senso è stato così anche per la Polo R5, la annunciata pietra della riconversione clienti del reparto corse Vw (contemporaneamente all’annuncio dello stop nel WRC). La prima tappa sulla terra è stata molto più che esaltante con Camilli che prende la testa della gara senza tanti complimenti, lo fa sulla terra dove in passato spesso ha palesato più di una lacuna, dimostrandosi costante ma molto rari sono stati gli acuti. Invece con la Polo le prestazioni sono venute in una maniera quasi naturale, dando l’impressione nel finale (di giornata) di andare con un filo di margine in più in attesa dell’amico asfalto. Alle sue spalle sembrano in affanno anche le Skoda Fabia che si portano sotto solamente nel finale con un Rovanpera scatenato. Il motore risponde è in linea con le migliori R5 del lotto, con una risposta immediata. A fare la differenza è un set-up perfetto che copia benissimo il terreno e da l’impressione che l’auto possa volare, una capacità di copiare che evidentemente si riflette nella capacità della trasmissione di mettere a terra la cavalleria. Sicuramente il lavoro progettuale, ma soprattutto i tantissimi test svolti per regolare sospensioni e differenziali, hanno dimostrato la bontà del lavoro fatto, analizzando però le pieghe di un regolamento abbastanza blindato nelle limitazioni degli interventi è evidente che il nuovo pianale della Polo ha dato una bella mano per raggiungere un set up così efficace. I dolori sono arrivati sull’asfalto, ma qui le variabili entrate in gioco sono state davvero tante a cominciare da una pioggia che andava e veniva complicando l’equazione gomme, ma soprattutto incideva sul feeling dei piloti. Camilli come un solido tester ha giocato sulla difensiva, concedendo qualche secondo in più nelle condizioni più complicate, ma dimostrando comunque che la prestazione c’è anche su asfalto. Nonostante la leadership persa è rimasto in lizza per il successo con le due Fabia ufficiali, a tradirlo è stato il cambio che lo impietosamente costretto a fermarsi. Nella terza tappa rientrato con il rally2 ha comunque messo in sacoccia uno scratch e performance di altissimo profilo, facendo intravedere lo stesso potenziale che era emerso sulla terra. A mancare all’appello sull’asfalto è stato Petter, sulla terra nonostante l’inattività ha tenuto bene il confronto, ma con l’asfalto nelle condizioni del sabato si è eclissato, bravo perché è rimasto in strada ma visibilmente in affanno. Un bilancio in chiaro scuro sicuramente lontano da altri importanti esordi del gruppo Tedesco, la Polo c’è e va davvero forte, ma il gradino basso del podio di Solberg non è certo il risultato da prima pagina, quelli a cui Vw era abituata.

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