MOBILITA’ SOTTO ATTACCO

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La transizione ecologica accelerata imposta a livello europeo, senza una programmazione ragionata, ma solamente una data (2035) per lo stop alle motorizzazioni endotermiche buttata la tanto per dare una facciata. Questa è stata una sorta di via libera a chi vuole ergersi ad esempio ed ecco la zona B di Milano un divieto che blocca quasi cinquecento mila autovetture.

Dai dati di analisi commissionate dai principali soggetti legati al mondo della mobilità autonoma, il divieto scattato dall’1 ottobre nel comune di Milano che ha dato il via alla nuova fase dell’Area B, riguarda circa 165 mila vetture di proprietà di milanesi che non potranno circolare nell’area in questione. Il numero si impenna a 483 mila se si considerano gli abitanti dell’hinterland. Un’area, quella della zona B, assolutamente non indifferente 128,29 chilometri quadrati di superficie, vale a dire quasi tre quarti dell’intero territorio comunale milanese (il 72%). Decisione preannunciata ma abbastanza affrettata e non preparata adeguatamente, destinata inevitabilmente a creare caos, con le solite esenzioni del caso, orari in entrata e uscita, e le nuove scatole nere che danno diritto a un tot di chilometri. Il tutto per agganciarsi ad una transizione che in Europa, in particolare, è diventata una scheggia impazzita, fatta di passi in avanti dove si ponderano solamente i pro e non i contro, per qualcuno tutto questo è diventata l’occasione per dimostrare di essere il primo della classe. Fughe in avanti senza alcuna logica che rischia di colpire un importante fascia di automobilisti, in particolare il mondo dei diesel dove le fasce di vetture escluse dalla circolazione stanno galoppando verso dei modelli sempre più recenti, che di vetusto hanno poco o niente. Un accelerazione completamente slegata dai prodotti immessi sul mercato dalle case costruttrici, senza lo sviluppo di piani industriali tra i costruttori e la politica del vecchio continente. Oggi ci si sta rendendo conto che l’elettrico non potrebbe essere una via a senso unico, ma con carburanti green come l’idrogeno non si andrebbe a buttare dalla finestra gli sviluppi fatti in questi anni sull’endotermico e tutta quella componentistica; dove Italia, Germania è molti altri paesi europei hanno costruito un importante fetta delle basi del welfare continentale. Forse sarebbe ora di dare un freno a certe fughe in avanti, dove tutti si muovono come schegge impazzite, e gli automobilisti sino ad oggi faticano a darsi una loro rappresentanza di peso.

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