M-SPORT LAVORA PER IL 2022 MA..

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Con tutte le factory del mondiale che oramai hanno ridotto al minimo, ed in alcuni casi anche azzerato, l’operatività delle officine i reparti tecnici (principalmente in smart working) hanno cominciato a lavorare sui progetti delle nuove vetture rally1 ibride che debutteranno nel 2022, ed anche in M-Sport si è cominciato a lavorare su un futuro più che mai incerto.

Dopo avere organizzato le squadre di lavoro, ed avere buttato giù una prima scaletta di tempistiche dall’inizio di marzo tutti i team protagonisti del mondiale hanno cominciato a lavorare sul progetto della vettura 2022. Lavoro che dopo il ritorno dal Messico, ha subito un inevitabile accelerazione visto il buco di quasi quattro mesi che si è creato nel calendario agonistico a causa del lockdown mondiale, con la formalizzazione del fornitore della componentistica ibrida e l’indicazione su quale sarà l’unità motore che si andrà ad utilizzare ha sciolto gli ultimi punti interrogativi sugli indirizzi da dare ai rispettivi progetti. Un lavoro di progettazione e simulazione numerica intenso che sta coinvolgendo tutti, ed a grandi linee nessuna delle squadre Toyota e Hyundai comprese ha già deliberato i budget per i programmi a partire dal 2022. Ma a tale proposito la situazione più difficile è quella di M-Sport, che negli ultimi anni è riuscita a fare autentici miracoli con l’appoggio della casa madre inesistente almeno sotto il profilo budgettario, basta pensare che negli ultimi cinque anni l’unico supporto cash è stata l’assunzione del salario di Ogier nel 2018. Ma gli eventuali benefit come il potere utilizzare a prezzo zero (o comunque a poco) strutture tecniche vicine a Ford Performance, oppure potere contare su forniture di scocche, o altri particolari derivati dalla serie, soprattutto per le R5 e le R2, a prezzo agevolato se non di costo forse potrebbe bastare a coprire i budget per lo sviluppo di una vettura nuova, senza troppi test, ma sicuramente non sufficiente ad imbastire una o due stagioni complete. Per cui è abbastanza evidente che dopo avere tirato la cinghia per quattro o cinque stagioni è difficile immaginare come ripartire per una nuova avventura, senza un appoggio diretto della casa madre. A meno che la riduzione dei costi non sia tale da rilanciare il mercato dei noleggi oppure dell’usato, ma in questo caso più che di una squadra ufficiale il rischio è quello di diventare una sorta di stazione di passaggio per piloti giovani, oppure appiedati di lusso, portatori sani di valigia, sufficiente a dare un qualche contributo alle spese della stagione, come oramai va avanti da parecchie stagioni, con la sola eccezione di Ogier. Ed al momento dall’America non sono arrivati segnali sufficienti a fare supporre che il vento sia cambiato, nonostante l’introduzione dell’ibrido che per adesso ha solo strappato un interesse generico, lo stesso delle stagioni passate che non si è mai tradotto in qualcosa di concreto.

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