LUKYANUK PIEGA TUTTO E TUTTI

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Le due serie support WRC2 e WRC3 oramai da qualche tempo stanno proponendo un importante divario a favore della serie cadetta dedicata alle case, ma in Estonia Lukyanuk ha dominato WRC3 e la classe rally2 nonostante un cappottamento finale dove ha semi distrutto la sua Skoda Fabia Rally2 Evo.

Lukyanuk nella serie continentale ci ha abituati a tutto e di più, sopratutto in termini di performance monstre ma anche di rovinose e rocambolesche uscite di strada, ed in Estonia si è visto il migliore Lukyanuk in grado di uccidere la lotta per il WRC3 sin dalle prime battute di gara, nonostante la presenza di due piloti come Kajto e Lindholm che su questo genere di speciale sono perfettamente a loro agio. Venti scratch di WRC3 su ventiquattro a disposizione la dice lunga su come abbia messo alle corde i suoi avversari, una gara ipotecata già alla fine della prima tappa e controllata con autorevolezza sino alla power stage dove a caccia dei punti supplementari si è ribaltato stropicciando tutta la sua Fabia Rally2 Evo, ma fortunatamente limita la perdita di tempo ad una quarantina di secondi e mantiene saldamente il suo primato nel WRC3. Ma riesce a salvare anche il primato di classe davanti ai top driver del WRC2, oltre all’ottava posizione assoluta, un risultato da incorniciare per chiunque, ma per il forte driver Russo la dice lunga sulle sue potenzialità nonostante un età non certo giovanissima. Nella serie cadetta dedicata alle case costruttrici il successo se lo prende Mikkelsen che va a raddoppiare il successo ottenuto a Montecarlo, ma soprattutto riesce a consolidare la sua leadership di campionato su Ostberg e Bulacia, anche se rispetto al suo connazionale ha già messo in conto cinque gare (rispetto alle quattro di Mads), sulle quali pesa molto il ritiro collezionato in Sardegna. Ostberg a fine gara ha pagato ad Andreas 16″.7 un niente se si considerano le due forature che gli sono costate una cinquantina di secondi, ed una penalità per partenza anticipata che porta il conto a un minuto bello tondo. In realtà sul distacco finale incide molto l’attenta gestione di gara di Mikkelsen, che ha gestito la sua leadership in maniera molto attenta. Gradino basso del podio ad un Bulacia finalmente graffiante, che chiude ad una mezza minutata dal vincitore Norvegese, dopo un bellissimo braccio di ferro sul filo dei secondi nella tappa finale con Fourmaux, che inciampa in una veniale uscita di strada ad una speciale dalla fine e si deve accontentare della medaglia di legno.           

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