LUKYANUK NO, FORSE, SI

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Il Russo pilota velocissimo dopo la batosta 2019 di un ERC buttato alle ortiche come mai nessuno era riuscito a fare prima, dopo avere ventilato un 2020 sabbatico ora ritorna a caccia nella serie Europea sempre con la Citroen C3 by Saintèloc.

In più di una occasione il Russo ha dimostrato di avere doti, ma soprattutto una velocità unica, ma zero capacità di controllo e gestione della gara visto i paurosi incidenti di cui è stato protagonista, ma soprattutto per le occasioni sprecate, a cominciare dall’ERC 2019 buttato alle ortiche con una serie di gare improbabili contro un avversario che non aveva l’ERC come primo obbiettivo. Ma servendogli un’opportunità unica su un piatto di argento a cui Cris non ha potuto dire di no nonostante un budget miserevole. Una gestione approssimativa che una volta in più ha dimostrato di avere non solo quando si mette il casco in testa, ma anche fuori dell’abitacolo, prima facendo balenare il sogno di tentare la sorta nel WRC3, per poi passare nel limbo di un probabile stop di un anno, pausa sabbatica. Ma appena si è smorzato l’interesse mediatico è ritornato alla carica con la squadra Francese di Saint Etienne e la Citroen C3 R5, annunciando di avere deciso per un impegno ERC ma senza un obbiettivo preciso, una stagione da vivere alla giornata. Una dichiarazione dalla quale trapelano tutte le paure e le incertezze che hanno da sempre segnato la carriera del Russo, costellata da troppi incidenti, alternati a prove incolore nettamente sotto le aspettative. Ma anche se è evidente che l’obbiettivo principe sarà il titolo, è chiaro che avere contro la Hyundai ufficiale con Breen al volante gli toglie buona parte della pressione che ha patito, quando correva in solitario o quasi. Alla fine l’unico ad appendere il casco al chiodo è stato il suo navigatore Alexey Arnautov che lascia il posto a Dmitriy Eremeev.

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