L’ELBA SBARCA NEL CIR

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Se da una parte il CIR 2018 sembra avere trovato i suoi nuovi assetti, a non dare troppe certezze è il calendario con la sua parte asfalto dove è quasi certa la staffetta tra il Salento che passerà il testimone all’isola d’Elba, mentre resta nella polvere il destino delle gare su terra.

Report su sicurezza e errori gestionali, o percorsi inadatti, come in FIA la discussione è aperta o meglio c’è per ognuno dei contendenti un bel dossier da tirare fuori nel caso di necessità. Ad uscire dalla scena CIR sull’asfalto sarà il Salento. Entrato a spot per spegnere le sue cinquanta candeline, come da copione scritto un anno addietro ritorna buono buono nella serie cadetta. Restano da sistemare solo le date visto che sembra orami certo che la stagione si concluderà al rally di Roma Capitale. Ma proprio questa deve ancora avere conferma dalla FIA della sua nuova data, che potrebbe vederla scivolare ad ottobre. I punti interrogativi sono invece nelle gare su terra dove il ventaglio delle soluzioni è molto ampio, ed a cavallo tra filosofia e politica gli assetti sono ancora tutti in divenire. Partendo da un punto fermo che per tradizione il nostro campionato ha sempre avuto almeno un paio di gare su terra, per il momento queste sono rimaste intoccabili. A differenza dell’asfalto dove entrano in gioco assetti geo politici, il pianeta terra è rimasto in mano alla volontà di pochi organizzatori legati da sempre agli sterrati. In questo momento di indecisione la fanno da padroni i report citati all’inizio, ed a quanto pare Adriatico, San Marino e Costa Smeralda (anche se quest’anno faceva parte solo del CIRT) hanno a loro carico dei faldoni belli pesanti. Ma al momento non ci sono dei nuovi pretendenti reali. Qualche nome a volte scappa a denti stretti come quello del Vermentino, ma la realtà è che tra le poche gare rimaste su terra in Italia è già dura sopravvivere con il loro assetti attuali, figuriamoci nel CIR. Con i costi che salgono e gli iscritti che scendono. Qualcuno ha anche ventilato l’ipotesi di concentrare la terra in occasione del mondiale in terra Sarda, due tappe due gare, almeno a grandi linee questa potrebbe essere la formula. Ma quì si andrebbe a partire in coda al WRC, anche perché non ci sono altre soluzioni, azzerando l’interesse mediatico per il CIR, come è già successo un paio di stagioni addietro. Anche se a quanto pare la memoria affievolisce i contorni dei ricordi, almeno per qualcuno. Senza mettere in conto che a correre in coda al mondiale nelle repliche pomeridiane, si andranno a percorre strade difficili per le R5, ma al limite della praticabilità per R3 e R2. Mentre gli R1 diserteranno in massa. Una serie di problematiche che potrebbe portare a riconfermare le gare di quest’anno, tanto bistrattate ma comunque sempre presenti all’appello.    

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