LA GIUSTIZIA RITARDATARIA

0

Il caso della squalifica di Andreucci al San Marino finalmente ha avuto il suo responso, con il Garfagnino che è stato riammesso in classifica, ma da quella gara sono oramai passate tre settimane abbondanti, per il controllo tecnico ed il seguente verdetto. Un’altra di quelle vicende che non vanno al passo con i tempi, questa volta lo zampino è della FAMS ma..  

Per le controverifiche tecniche sulla Citroen C3 by PRT di Paolino Andreucci ci sono voluti la bellezza di quindici giorni, un lasso di tempo che ha già poco senso, perché si tratta di una operazione che non richiede l’impiego di tecnologie o tecnici realmente particolari, per cui un’amministrazione sportiva moderna avrebbe dovuto riuscire a fare il tutto in tempi più celeri. Anche se obbiettivamente è difficile concepire come si possa procedere ad una squalifica senza avere appurato i dettagli dell’irregolarità, ma semplicemente accertando che c’è un anomalo ingresso di aria dopo la flangia. Visto che oltretutto seguire il cammino del flusso dell’aria tra il turbo e l’ingresso della aspirazione sul motore non è un’operazione così complessa. Comunque una volta appurato (nella verifica dello scorso lunedì) che si è trattato di una guarnizione (OR) uscita dalla propria sede a creare l’anomalo ingresso di aria nel sistema, è davvero incomprensibile comprendere come per decretare la decisione sportiva di riammissione sia stata necessaria un’altra settimana visto che si tratta di decisione che doveva essere presa dalla stessa autorità sportiva San Marinese (FAMS). La convocazione della parte sportiva a cui spetta confermare o meno la decisione del collegio, doveva essere fatta in contemporanea o con un ritardo minimo rispetto alla verifica tecnica e non certo a distanza di una settimana. Il tempo sufficiente a fare trapelare quanto era emerso dai controlli tecnici, ed automaticamente dare ulteriore fiato a chi pesca nel torbido e perdere ulteriore credibilità nell’amministrazione delle controversie sportive. Un problema che è comune a numerose federazioni internazionali, che non riescono a svecchiare le loro procedure, ed in un mondo sportivo sempre più professionale e ricco di interessi non riesce a riammodernarsi e darsi la professionalità necessaria. Questa volta sul banco degli imputati ci sono i San Marinesi, ma certe vicende non sono certo una novità e ledono alla credibilità dei campionati, quindi sarebbe veramente il caso che almeno a cominciare dalle serie più importanti si iniziasse ad operare come in molte serie internazionali, dove la parte sportiva e tecnica è affidata ad un pool ristretto di persone, con pari competenze e professionalità. In questo caso è ovvio che si andrebbe a scavalcare la giurisdizione di San Marino, ma come accade nel WRC oppure nell’ERC certi carichi delicati necessari per dare omogeneità ai campionati li assume la FIA (che delega ogni serie ad un pool di persone ristretto) e non alle singole federazioni.

Share.