LA CORSICA FA 92

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Al Tour de Corse ricompare la febbre da mondiale con un elenco iscritti che supera quota 90 un gran risultato per la serie iridata che negli ultimi anni ha visto le sue entry list allungarsi ma non con numeri così importanti.

E’ comprensibile che con i budget necessari per mandare in scena una prova del WRC le iscrizioni rappresentino una parte marginale nella rendicontazione di una gara. Ma un elenco iscritti come quello del Tour con ben 92 vetture riconcilia con quello che è il passato. Sarà anche vero che oramai il passato è alle spalle e su certe cose non si può tornare indietro, ma la forza dei rally non erano i seicento chilometri di speciali rispetto a quelli attuali, per utilizzare un termine che va per la maggiore la vera forza stata nella capacità di essere social. Nella loro vicinanza con il pubblico, nel sapersi fondere con il territorio ma sopratutto nel permettere a chi ha un sogno di potersi misurare una volta nella vita direttamente con i mostri sacri del mondiale. Chiaramente facendo i conti con le proprie disponibilità, ma scorrendo l’elenco del Tour nelle sue parti basse troviamo delle Clio Ragnotti, Peugeot 106 e Saxo VTS, vecchi N2 ed N3 dai costi decisamente contenuti. Nessuna ambizione se non quella di coronare un sogno e dire quella volta c’ero anche io, vedere che c’e qualcuno che questo spirito lo ha ritrovato e senza pensarci su due volte si è rituffato nella mischia forse significa che una speranza ancora c’è. Numeri quelli Corsi che sono pesantissimi non tanto in virtù dei primi 45 dove troviamo i Costruttori, WRC2, WRC Junior e RGT, ma degli altri 47 dove ad imperare non sono gli R5 (appena 5) oppure i WRC (3) ma tantissimi R2 ed R3 ed anche un bel numero di gruppi N ed A. A dimostrazione che se la vettura non è proprio all’ultimo grido non bisogna certo vergognarsi. Come detto oggi le iscrizioni sono diventate marginali in una gara di WRC, ed è per questo che molti organizzatori non spingono per avere tanti partecipanti che spesso vedono come un problema. Forse più che i costi ad allontanare i partecipanti privatissimi è stato questo atteggiamento, tenendoli lontano dai service dei top, relegandoli in lebbrosari fangosi; facendo in maniera che non si sentissero assolutamente parte dell’evento. Un trend che forse sta cambiando e sarebbe bello Promoter e Federazione ne comprendessero l’importanza e cercassero di incentivarlo.    

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