ITALIANI – LA VIA CRUCIS DI SVEZIA

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Nelle tre giornate del rally di Svezia, il loro dimezzamento ha lasciato molto più tempo libero per avventurarsi in commenti che andavano oltre ai protagonisti delle parti alti della classifica e così nel mirino sono finiti i giovani driver di casa Italia impegnati nello Junior WRC, crocifissi sul pubblico monte dei social, nel nome di un presunto fallimento non si è però capito a fronte di quali fantasiose aspettative.

Il punto fondamentale nella analisi della prova dei pilotini di casa Italia è un’obbiettiva valutazione delle prestazioni a fronte di quelle che potevano essere le logiche aspettative, ed è su questo punto che in tutta onesta non riusciamo a comprendere da quali basi si partiva per crocefiggerli in quella maniera. Ma lasciando da parte le polemiche iniziamo dal primo degli azzurrini Marco Pollara: il vincitore dello Junior made in Italy si è affacciato alla sua prima uscita internazionale fuori dell’Italia alla soglia dei ventiquattro anni. La posizione finale decimo dello Junior, gli vale la soddisfazione del suo primo punto iridato, ma questa non rappresenta molto nel contesto complessivo, è invece significativo il progresso tra il primo, ed il secondo passaggio sulle speciali dell’unica boucle che si è corsa. Un progresso rispetto ai primi della classe di un minuto, fatto segnare in condizioni che mutavano di ora in ora, non concedendo alcun punto di riferimento stabile. Nel complesso ha svolto il suo compito alla perfezione, in linea con quanto era lecito attendersi per un debutto nel Varmland. L’unica nota negativa (di cui però non può certo avere colpa) è che in una gara sprint che alternava ghiaccio e terra, nel caso si ripresenti in Svezia dovrà ripartire da zero, perché questo Sweden gli ha solo dato un’infarinata minima di quello che è questa gara. Una manciata di secondi dietro al Siciliano si è piazzato Enrico Oldrati, che all’anagrafe ha un anno in più, ma una carriera decisamente più ridotta, la sua è stata una gara onesta comunque in progresso rispetto alla gara dell’anno passato, nonostante si trattasse di due gare diverse. La sua crescita dopo due stagioni di JWRC e una decina di gare a spot disputate all’estero ed in Italia, la dice lunga sulla propedeuticità del mondiale. A chiudere la pattuglia Tommaso Ciuffi, una gara segnata sin dalle prime speciali da problemi al cambio, una tappa che ha condizionato la sua gara e da quel momento non ha più trovato il bandolo della matassa. Purtroppo inizia con un ritiro la prova di Fabio Andolfi, alla sua prima uscita Svedese, ma con una solida esperienza del mondiale si è messo subito in scia all’Estone Ken Torn, dietro al manipolo dei vichinghi che si giocava il podio. Purtroppo nella speciale di Torsby un traiettoria abbondante lo manda gambe all’aria, un errore pagato caro perché su un tratto artificiale molto rialzato che ha fatto da trampolino. Situazione che sulle speciali Svedesi si verifica raramente perchè i canali di scolo delle strade sono poco profondi e concedono spazi di recupero.

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