INDISCIPLINA, TRA REALTA’ E PERCEZIONE

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Dopo quanto successo nel pregara, lo tsunami di emozioni che ha investito la Croazia è diventato una sorta di cassa di amplificazione per qualsiasi episodio appena fuori degli schemi, e ad avere una grande rilevanza è stato lo scontro tra alcuni tifosi, probabilmente alticci; da condannare e punito severamente, ma di li a parlare di tragedie sfiorate ..

Il caso dei tre spettatori scalmanati filmati e poi condannati dal tribunale di Karlovac ad una sanzione pecuniaria, ed a un anno di daspo per il Rally Croazia WRC, ha scatenato un autentico polverone, con un filmato che tramite social è rimbalzato come un tam tam. Nessuno può certamente additare televisioni e stampa generaliste, questi brutti e cattivi avvoltoi pronti a dare una brutta immagine dei rally, in quest’occasione abbiamo fatto tutto noi, dando echi ed enfasi che in realtà la situazione non aveva. Nell’era dei social e dei telefonini, dove ci siamo oramai abituati a catturare immagini e buttarle in pasto ai social se queste diventano virali, succede come in Croazia dove con un solo episodio si è creta la percezione di un pubblico indisciplinato, e di pericolosi ubriaconi. Episodio deprecabile e da condannare, dove è importante sottolineare la pesante mano della giustizia Croata, che ha dimostrato con un intervento duro e tutt’altro che scontato, di volere preservare l’immagine del proprio evento. Situazioni del genere non sono comunque nuove, in particolare in Polonia si è visto di peggio. Oggi in un epoca dove il percepito è in grado di stravolgere la realtà, sarebbe bene imparare a comprendere la differenza tra il denunciare (fornire eventuali video a supporto delle denunce degli ufficiali di percorso), ed il farsi del male da soli. Obbligando il promotore a rincorrere on-line quelle riprese, ed oscurarle, per evitare il danno di immagine che questi video sono in grado di procurare a livello generalista, ma soprattutto con le autorità pubbliche e i partner commerciali che sostengono la disciplina. Parlando di sicurezza legata al pubblico, se vogliamo parlare di rischi ci sarebbe parecchio da dire su delle zone pubblico affollatissime, lontane dalla strada ma ad esempio posizionate dopo la zona di atterraggio di un dosso. Al contrario queste non fanno nemmeno parlare, anzi a tanti con la distanza la situazione può sembrare sicura, ma in fatto di pericolosità ci sarebbe qualcosa da dire eccome. Nello specifico non stiamo parlando solo di Croazia, ma anche di gare nel profondo nord dove si viene crocefissi alla minima critica, ma spesso si confonde la buona gestione del pubblico con il pericolo reale, che non sta nei dieci metri in più o in meno che si devono rispettare.

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