I RALLY DOPO L’ERA TODT

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Quando Jean Todt è passato al timone della FIA il mondo dei rally confidava nei suoi trascorsi prima da navigatore e poi al timone della Peugeot con la mitica 205 T16 gruppo B per dare una svolta alla disciplina. Di acqua sotto i ponti in questi dodici anni ne è passata parecchia ma le cose sono rimaste abbastanza ingessate, nonostante all’inizio ci abbia provato.

Il presidentissimo si avvia a cedere lo scettro dopo tre mandati affrontati alla Jean Todt, con alle spalle un consenso bulgaro e un piglio decisionale molto forte. Alcune scelte si sono rivelate vincenti altre sono risultate quanto meno discutibili, ma come per tutti quei capi con una forte personalità il ditino per discutere le scelte non lo ha mai alzato nessuno. Per quanto riguarda i rally si è trattato di un autentico festival delle occasioni perse, sicuramente non per colpa di Todt che di proposte interessanti ne ha sfornate più di una, ma spesso si sono infrante contro un sistema dove la disciplina è tragicamente passata in mano ai costruttori. Peccato che non si tratti delle case costruttrici mondiali nel loro insieme, ma di un ristretto manipolo oggi presente nel WRC e più che parlare nell’interesse dello sport ha sempre spinto esclusivamente verso il proprio interesse particolare. Così la prima proposta ad essere affondata sono stati i long event, ad accettare la sfida sono state una ristretta cerchia di gare che hanno portato i loro percorsi oltre i quattrocento chilometri di speciali, ma dopo un paio di stagioni le pressioni dei costruttori sono riusciti a fare rientrare tutti nel range dei trecentocinquanta. Ma se prima dei long event tutte le gare avevano percorsi vicini alla soglia massima, dopo tre o quattro stagioni la maggioranza delle gare si era adeguata alle richieste dei concorrenti sul limite minimo dei trecento. Ma soprattutto aveva intercettato il cambiamento nel momento giusto proponendo l’ingresso dell’ibrido, quello che case come Citroen avevano già pronte su vetture test. Invece le pressioni de Volkswagen si sono trascinate dietro altre squadre e un promotore sempre più ingombrante nelle decisioni sportive. Così nel nome di una falsa economia hanno creato una deriva tecnologica chiamata WRC plus, che ha portato i costi stagionali alle stelle, ed ha spazzato via di colpo l’universo dei noleggi e dell’usato che contava su una folta schiera di gentleman dalle grandi disponibilità. Il pianeta rally dopo essere stato nell’era Mosley una sorta di cenerentola, chiuso nel suo piccolo mondo ha perso il treno Todt, che ad un certo punto ha lasciato andare i rally per la loro strada. D’altronde se Audi oggi sbarca nel Cross Country, altri sono passati al WEC, al WTCC oppure guardano alla F1 per la FIA non si tratta certamente di costruttori persi.

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